La Collezione Farnesina si arricchisce di nuove opere d’arte recuperate dal Reparto per la tutela del patrimonio culturale italiano dell’Arma dei Carabinieri ed esposte in una mostra inaugurata dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, alla presenza di numerosi esponenti delle forze dell’ordine.
L’esposizione è intitolata “L’arte salvata all’estero” ed è un’iniziativa che intende valorizzare la collaborazione tra la Farnesina e l’Arma dei Carabinieri nel campo del recupero all’estero di opere d’arte illecitamente sottratte dal territorio italiano.
“É giusto che queste opere si trovino sul territorio italiano – ha detto Tajani prima di tagliare il nastro della mostra -. I Carabinieri svolgono un lavoro prezioso di intelligence, di ricerca, di recupero e di lotta, anche al traffico illegale di opere d’arte. Questo significa difendere la nostra cultura, far sì che il nostro patrimonio culturale possa essere messo a disposizione di tutti”.
Le opere esposte costituiscono una selezione che spazia fra i reperti archeologici – testimoni delle antiche civiltà susseguitesi nel nostro Paese, con manufatti greci, etruschi e romani – lasciando spazio anche alla storia contemporanea, con alcuni documenti diplomatici relativi ai negoziati di pace del 1919.
“Questo è un momento simbolico perché il patrimonio culturale identifica un popolo e le sue radici e questo vale per tutti i Paesi del mondo. Questo patrimonio va difeso e protetto ed è quello che fa l’Arma dei Carabinieri”, ha sottolineato il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi, mostrando gratitudine nei confronti di quegli “Stati amici” che hanno riconsegnato le opere.
Questo, secondo Luzi, è un modo per “tessere relazioni, per condividere a livello internazionale una forma di rispetto della cultura reciproca”.
Alcune delle opere d’arte recuperate offriranno una panoramica sui più significativi successi registrati negli ultimi anni, a seguito di indagini complesse e di operazioni condotte in collaborazione con la rete diplomatico-consolare, che hanno portato all’individuazione all’estero di reperti trafugati dal patrimonio museale e da siti archeologici del nostro Paese.