“L’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla” (Italo Calvino)
“Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere” (Ennio Flaiano)
“I poeti non hanno pudore per le proprie esperienze intime, che sfruttano” (Friedrich Wilhelm Nietzsche)
“Dimenticavo di dirLe che, per scrivere, bisogna avere qualche cosa da scrivere” (Primo Levi)
“Fu un giorno fatale quello nel quale il pubblico scoprì che la penna è più potente del ciottolo e può diventare più dannosa di una sassata” (Oscar Wilde)
SORRISI, SMORFIE, LACRIME… CHIUDERE LE BORSE!
Il Presidente di Tod’s Diego Della Valle aveva proposto la chiusura delle Borse. «Poteva essere una buona idea, se collettiva: alcune aziende oggi valgono la metà. Gruppi stranieri comprano le azioni svalutate e finiranno per comprarsi il Paese» [Renzo Rosso a Michela Proietti, Corriere della Sera].
IN GIORNALISMO, UNA QUALITÀ SECONDARIA
Scrivere bene è facile? Si fa presto a dirlo, bisogna chiedersi a cosa serva davvero. E saper scrivere non si impara e non si insegna.
Una giovane lettrice – Fulgenzia Ricossi, di Pistoia – con una breve lettera, molto gentilmente, mi chiede di darle qualche consiglio. Rispondo, anche se non ho capito bene le sue speranze e le intenzioni. Se il progetto è quello di fare giornalismo, penso che “saper scrivere” sia una qualità secondaria. Quando dirigevo giornali, non ho mai assunto i giovani che si vantavano orgogliosamente di saper scrivere, ad esempio al liceo, prendendo 8 o addirittura 10 per un tema (li allontanavo subito, dopo cinque minuti di colloquio). Assumevo al volo invece quelli – pochissimi – che mi dicevano di aver capito quale fosse la qualità fondamentale di un giornalista: la curiosità, la voglia e la capacità di trovare notizie, senza paura di niente e di nessuno. Se scrivi bene, non fai un giornale; se sai trovare notizie, si. E se trovi notizie, ma non sai scrivere, in redazione c’é sempre qualcuno (incapace di trovare notizie) che può scriverle al tuo posto.
TUTTI POSSONO SCRIVERE UN LIBRO
Le riflessioni sarebbero lunghe, le faremo un altro giorno. Oggi vorrei rispondere a Fulgenzia, nel caso in cui volesse diventare scrittrice, ma di romanzi e racconti. Penso in questo caso che sia necessario un dono di natura, e tuttavia sono convinto che chiunque possa scrivere un libro, il primo e probabilmente l’unico, raccontando la propria vita, le proprie esperienze. A patto di essere sincero, di raccontare la verità, senza complessi né pudori. E non ci sono regole.
NON CREDO AI CORSI DI SCRITTURA
Non credo all’utilità di corsi di scrittura o all’efficacia di maestri che sappiano insegnare come si scrive, come si narra. Anzi: i canoni tradizionali rappresentano strettoie fastidiose, soffocano l’eventuale talento di chi scrive. Meglio sentirsi assolutamente liberi, quando ci si trova di fronte alla pagina bianca. Poi, ma solo poi, si può fare come Alessandro Manzoni con “I promessi sposi”: andando a risciacquare i panni in Arno, per migliorare stile e linguaggio.