E’ sempre così: quando accade qualcosa di buono, tutti a portare acqua al proprio mulino. Si dimenticano, alcuni, che se un risultato è stato raggiunto, è stato merito di chi fin dall’inizio si è battuto con forza per raggiungere l’obiettivo.
E’ il caso del nuovo Consolato d’Italia a Manchester, inaugurato lunedì 11 luglio in pompa magna dal Sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, Benedetto Della Vedova, accompagnato da Luigi Vignali, Direttore generale per gli italiani all’estero alla Farnesina. Tutti sappiamo, tuttavia, che la vittoria in questo caso ha un nome e un cognome: Ricardo Merlo.
Proprio il presidente del MAIE, nel suo ruolo di Sottosegretario agli Esteri, due anni fa, visitando Londra e poi Manchester, aveva posto le basi per la riapertura del Consolato in terra inglese, chiuso nel 2011 da un governo che si nascondeva dietro la spending review. Certamente, la sua riapertura segna un ritorno necessario quanto strategico e significativo. Ma non si tratta certo, come si legge nell’intervista rilasciata da Della Vedova all’Agi, “di un evento che sottolinea tutta l’attenzione dell’attuale governo per cittadini che vivono all’estero”. Semmai, è la prova provata della buona gestione del MAIE all’interno della stanza dei bottoni. Semmai, dimostra che quando c’è un medico dietro il bancone della farmacia – ovvero quando c’è un eletto all’estero ad occuparsi di questioni che interessano gli italiani nel mondo – le cose funzionano meglio e i risultati arrivano.
La verità, cari amici che ci seguite ogni giorno con costanza e affetto, voi la conoscete bene: il governo Draghi ha già dimostrato in mille modi di non volerne sapere nulla degli italiani nel mondo. Non ha mai dedicato neppure un pensiero ai nostri connazionali: anzi, li ha totalmente ignorati, escludendoli dalla propria agenda politica.
Ecco perché sono una presa in giro anche le dichiarazioni di alcuni parlamentari eletti all’estero, come quelle dell’On. Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva eletto nella ripartizione estera Europa, che ha persino il coraggio di affermare che il governo Draghi con la riapertura di Manchester “lancia un forte segnale, tornando a investire sulla rete consolare a beneficio dei nostri concittadini all’estero”. Caro Ungaro, ma tu ci credi davvero?
RETE CONSOLARE AL COLLASSO
Nel Regno Unito, in Europa, ma in tutto il mondo in realtà, la nostra rete consolare è al collasso. Non sappiamo quali siano le informazioni di Ungaro, ma noi dal nostro osservatorio privilegiato sul mondo dell’emigrazione non facciamo altro che raccogliere denunce e lamentele: Consolati che non riescono a offrire servizi efficienti in tempi dignitosi perché Roma non li mette in condizioni di farlo. Mancano risorse, umane ed economiche. Ma soprattutto, manca la volontà politica.
UN GOVERNO CHE SE NE FREGA DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO
Questo governo se ne frega altamente degli italiani all’estero. Della Vedova, colui che alla Farnesina dovrebbe occuparsi di loro, pensa più ai diritti di gay, lesbiche e transessuali che a quelli dei nostri fratelli italiani all’estero. Pensate che alcuni mesi fa è stato nominato dal ministro Di Maio un inviato speciale proprio per difendere i diritti della comunità LGBT, un Ambasciatore per gli omosessuali. Per carità, nulla da dire, ci mancherebbe. Siamo i primi a condannare l’omofobia. Ma quello che ci vorrebbe davvero è un inviato speciale per i servizi consolari, che sono ormai inesistenti. E ciò non riguarda una minoranza, ma la stragrande maggioranza degli italiani all’estero.
Anche Laura Garavini, senatrice di Italia Viva eletta in Europa, non rinuncia a dire la sua: “L’inaugurazione del consolato di Manchester è un risultato importante, a cui abbiamo lavorato a lungo come Italia Viva”. Ma dove? Quando? Italia Viva non era neppure nata quando si mettevano le basi per la riapertura della sede consolare. Questo sì, cari lettori, che si chiama vendere lucciole per lanterne. A quanto pare Ungaro e Garavini hanno imparato benissimo dal loro leader, Matteo Renzi, a propinare fandonie ai cittadini.
Così, mentre la rete consolare è in uno stato disastroso, mentre nella maggioranza dei casi i nostri connazionali sono costretti ad attendere mesi, se non anni, anche solo per rinnovare un passaporto, c’è chi sale in passerella a Manchester per farsi bello per i successi ottenuti non da lui, ma da altri.
ASPETTANDO MONTEVIDEO…
Siamo convinti che accadrà lo stesso a fine mese, quando verrà inaugurato il nuovo Consolato a Montevideo, Uruguay, anche quello voluto con forza da Ricardo Merlo, che – nonostante le critiche faziose e pretestuose da parte di qualcuno – è andato avanti con grande determinazione; grazie alla sua forte volontà politica, tra qualche settimana i connazionali di Montevideo avranno una sede consolare degna di tale nome. Ma anche in quella occasione, ci sarà certamente la fila per prendersi i meriti dell’obiettivo raggiunto.
Questo è il mondo che viviamo, purtroppo; questa è la politica che passa il convento.
TUTTO PER LA POLTRONA
A noi non resta che la penna, per evidenziare le mancanze di un esecutivo nemico degli italiani all’estero e sottolineare l’ipocrisia di certi parlamentari che, in tempo di campagna elettorale, pensano soltanto a come mantenere la propria poltrona al prossimo giro. Ci auguriamo che la riduzione del numero dei parlamentari, dalla prossima legislatura, serva anche a fare un po’ di pulizia e a fare entrare in Parlamento uomini e donne in grado di lavorare davvero per le nostre comunità residenti oltre confine e non per se stessi.