La decisione di USADA, United States Anti-Doping Agency, di privare il campione di ciclismo Lance Armstrong delle 7 vittorie storiche al Tour de France, mi delude, come spesso mi ha deluso la giustizia in tutte le sue forme e da tutte le sue latitudini, quella italiana in primis. Dopo sette anni, annunciare un provvedimento così clamoroso è assolutamente inopportuno, è mostrare l’inaffidabilità della giustizia, sia essa sportiva o no.
Il ciclista, che si salvò per miracolo da una grave forma di cancro (leggere la biografia per conoscere i particolari agghiaccianti della sua esperienza), sconfisse la malattia e mostrò al mondo una volontà ed una superiorità fisica e mentale da fare impallidire gli avversari. Ricordiamoci tutti che Armstrong superò, durante tutti i suoi tour, centinaia di controlli antidoping. E ora cosa intendono farci credere? A che servivano centinaia di prelievi ufficiali se oggi li considerano inutili?
No, non mi piace togliere medaglie e gloria a chi ha mostrato al mondo di essere il più grande. Quando la giustizia arriva con anni di ritardo è sempre perdente e non merita rispetto.
Pensate a casi ancor più gravi, come a cittadini condannati e incarcerati per omicidio e poi liberati perchè il fatto non sussiste o per mancanza di prove… una tragedia irrimediabile che getta nella spazzatura la vita delle persone.
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