Tensioni tra Lega e Forza Italia, da una parte, e Fratelli d’Italia dall’altra, per via dell’appoggio al Governo presieduto da Mario Draghi. Carroccio e azzurri sono in maggioranza mentre Fdi, come sappiamo, è all’opposizione.
Prendiamo l’esempio del caso che riguarda il ministro della Salute Roberto Speranza. Fratelli d’Italia ha presentato una mozione di sfiducia contro quel ministro e Forza Italia e Lega hanno votato contro. Vi sono anche problemi per la presidenza del Copasir, che (per prassi) spetta all’opposizione. La presidenza di quell’organo è oggi in mano ad un leghista, Raffaele Volpi. Essendo la Lega in maggioranza, Volpi dovrebbe lasciare quella carica, per farla avere ad un esponente dell’opposizione, il cui maggiore partito è proprio Fratelli d’Italia. La prassi dice questo.
Sembra che sia calato il gelo sul centrodestra. Addirittura, si parla anche di accordi che restano in sospeso per le elezioni amministrative. Dalla Lega si accusa Fratelli d’Italia di “tirare la corda”. Fratelli d’Italia chiede rispetto.
Ora, si possono comprendere e rispettare le ragioni che hanno spinto Forza Italia e Lega ad aderire alla maggioranza. Infatti, vi è la logica di “non volere lasciare tutto ai giallorossi”. Tuttavia, si debbono capire e rispettare anche le motivazioni che hanno spinto Fratelli d’Italia a restare all’opposizione. Giorgia Meloni ha detto di non volere governare con la sinistra ed è sempre stata coerente.
Se Fratelli d’Italia scegliesse di entrare nella maggioranza rischierebbe di perdere di credibilità, perché ha sempre detto di non volere governare con la sinistra. Ora, altre volte i partiti del centrodestra sono stati divisi a Roma ma uniti in Comuni e Regioni. Basti ricordare il periodo del Governo giallo-verde, quando la Lega ha governato con il Movimento 5 Stelle e Forza Italia e Fratelli d’Italia sono stati all’opposizione. Qui si rischia davvero di dissipare un patrimonio politico e culturale, in caso di rottura del centrodestra. Quando è diviso, il centrodestra non è votato neppure da molti dei suoi stessi elettori. In democrazia conta il consenso. Si governa se si ricevono i voti.