Sui media ricevi attenzione solo se stupisci e le news sul clima devono sempre essere catastrofiche. Del clima impazzito si parla ovunque, da Mattarella ai TG, alla pubblicità “verde” che imperversa a tutto schermo. D’altronde condividi e accetti sacrifici solo se sei preoccupato e speri così di difendere il clima e l’ambiente, spendi molto di più per un’auto elettrica solo se ti convincono psicologicamente e con una pubblicità martellante che in cambio così salverai il mondo.
Certamente conta anche la CO2 dispersa in atmosfera e scarichi ed inquinamento vanno ridotti, ma ricordiamoci che secondo gli scienziati seri, il nostro pianeta in 150 anni si è riscaldato in media di circa 1,1 gradi centigradi rispetto alla fine del XIX secolo, l’inizio della rivoluzione industriale, come è già successo più volte nel recente passato della terra.
Da sempre il globo è soggetto a variazioni climatiche: duemila anni fa era ben più caldo di oggi e Annibale traversò le Alpi ad ottobre anche perché non c’era la neve, così come invece prima dell’anno mille fece molto più freddo e successivamente la temperatura terrestre risalì bruscamente, tanto che i Vichinghi traversarono l’Atlantico e scoprirono la Groenlandia (“Terra verde”), che oggi nessuno chiamerebbe così.
Dal 1400 in poi la temperatura terreste ridiscese di nuovo fino all’800 e da allora ricominciò a riscaldarsi con punte di freddo intorno al 1810-1820 probabilmente legate anche ad una serie di grandi eruzioni vulcaniche ed al loro pulviscolo rilasciato in atmosfera.
Oggi la politica è anche motore di scelte economiche, agricole ed industriali, in un dedalo di interessi contrapposti spesso inconfessabili. Siamo in tanti, l’acqua potabile scarseggia ma viene ancora sprecata, ma intanto permette speculazioni e sarà sempre più fonte di conflitti, così come per il controllo delle materie prime, ma anche per la pesca oceanica e – in generale – tutto ciò che non è facilmente standardizzabile e potenzialmente “globale”.
Attenzione perché spesso gli interessi economici nascondono o modificano la verità e i “nemici” sono difficili da scoprire oltre alle domande imbarazzanti, politicamente scorrette. Per esempio nessuno ammette quanto inquinino le guerre, compresa quella in Ucraina, quando grano russo finisce (finiva) effettivamente in Africa e quanto inquinano le centrali a carbone che si moltiplicano in Cina, India, Vietnam…Paesi che Greta Thunberg non ricorda mai.
Ma è poi così scontato che il riscaldamento mondiale sia tutto – o quasi – colpa della CO2 emessa in atmosfera? E se concause fossero anche le macchie solari, le eruzioni vulcaniche, i movimenti del magma terrestre? Bisogna continuare a studiare e non solo “vendere” certezze che non ci sono, ma muovono somme stratosferiche.
In generale l’informazione andrebbe fornita in modo più corretto perché non è solo “colpa” del clima se un’alluvione spazza via una città costruita lungo un fiume, chiuso tra argini sempre più stretti per favorire la speculazione edilizia, così come il 99% degli incendi sono dolosi o voluti (ma i criminali responsabili non li prendono quasi mai) e non c’entra niente il caldo.
Qualcuno si rende conto che gli alberi nelle città cascano lungo le strade anche perché non vengono potati o che i pini marittimi sono naturalmente fragili e con poche radici? Così come non sono sbagliate in sé, ma diventano nulle nei loro risultati globali certe demagogiche decisioni europee che pesano su tutti noi, ma incidono in modo infinitesimale sull’ambiente globale senza una contemporanea politica ambientale decisa anche negli altri nove decimi del mondo.
Su questo l’Europa è contraddittoria però su queste basi demagogiche è impostata tutta la politica dell’attuale maggioranza PPE-socialisti coprendo intanto scandali, assurdità, contraddizioni e lobby.