Come ha accennato anche il premier Giorgia Meloni, l’ambiente deve essere difeso, ma l’uomo vive nell’ambiente stesso. Invece, si è affermato un concetto secondo il quale “si deve difendere l’ambiente senza tenere conto dell’uomo”. Quello che sta accadendo ora lo dimostra.
Gli attivisti dell'”ambientalismo senza l’uomo” imbrattano opere d’arte e fermano il traffico nelle città. Basta pensare a quanto accaduto a Roma, sul Grande Raccordo Anulare.
In Germania un ciclista di 44 anni è rimasto vittima di un incidente stradale e non ha ricevuto i soccorsi in tempo perché i fanatici dell’ambiente hanno bloccato la strada all’ambulanza.
Manifestare è un diritto. Non è un diritto l’interruzione di pubblico servizio, come non è un diritto imbrattare e distruggere delle opere d’arte.
Tutti noi dobbiamo difendere il nostro pianeta, ma ciò non significa dover arrivare a fare dei gesti folli o a interrompere un servizio urgente ad una persona che sta male. Si può difendere l’ambiente prendendo degli accorgimenti (come attuare la raccolta differenziata dei rifiuti) e non arrivando a fare gesti estremi o ad impedire di implementare delle politiche che creano sviluppo.
Non basta dire: “No gas, no carbone” ma servono delle proposte alternative. Si è detto no all’energia nucleare, si è detto no al carbone ed ora si dice no anche al gas. Cosa vogliamo fare? I fanatici dicono: “Usiamo il sole ed il vento”. Peccato che ad oggi i pannelli solari siano prodotti in Cina, Paese che inquina a manetta. Lo stesso discorso vale anche per le pale eoliche. Dunque, secondo questa logica, noi dovremmo impoverirci per fare riempire le tasche ai cinesi? Serve serietà.