L’ambasciatore venezuelano a Roma, Isaias Rodriguez, dice basta e decide di “disertare”, abbandonando così Nicolas Maduro e il suo regime totalitario. Isaias Rodriguez è solo l’ultimo di una serie di diplomatici di Caracas ad aver abbandonato la causa del dittatore venezuelano negli ultimi mesi, dopo l’acuirsi della crisi seguita allo scontro tra Maduro e Guaidò. E appare sempre più difficile trovare funzionari disposti ad andare all’estero, una volta pagati in dollari, che ora rischiano di non ricevere più lo stipendio.
In una lettera inviata al presidente, pur confermando la lealtà nei suoi confronti, l’ex vice presidente dell’Assemblea costituente, 77 anni a dicembre, ammette: “Con fede assoluta mi sono aggrappato al chavismo, ma sono arrivato a capire che non posso trasformare l’acqua in vino, o resuscitare i morti. Ho visto molto marketing accanto a lei e anche accanto a Chavez. La gente si battezza sempre, ma non si libera mai dei suoi peccati”.
Rodriguez ha espresso “immenso rispetto per la battaglia valorosa combattuta” da Maduro “contro l’impero declinante”: “La sua causa, che è la mia, mi ha trattenuto come un campo di forza, come una calamita. Voglio che sappia, presidente, che sono e sarò al suo fianco. Ma spiritualmente”.
Perché adesso vuole dedicarsi a fare il nonno: “Non voglio morire senza svolgere questo compito che è stato ritardato dalla politica. Mi iscrivo alla Forza Spirituale delle Operazioni Speciali per i Nipoti”. “Me ne vado dall’incarico senza rancori e senza denaro”.