“I giovani vorrebbero essere fedeli, e non lo possono; i vecchi vorrebbero essere infedeli, e non lo possono” (Oscar Wilde)
“I mariti non sono mai amanti così meravigliosi come quando stanno tradendo la moglie” (Marilyn Monroe)
“Ho conosciuto mariti fedeli che erano pessimi mariti. E ho conosciuto mariti infedeli che erano ottimi mariti. Le due cose non vanno necessariamente assieme” (Gianni Agnelli)
“Amo il tradimento ma odio il traditore” (Giulio Cesare)
“Chi l’ha detto che l’adulterio sia sinonimo di infedeltà? A volte consente di mantenersi fedele (all’amante) per tutta la vita” (Michelangelo)
LE COSE CAMBIANO
Un lettore contesta, ma le cose cambiano: una volta, per adulterio, si rischiava la galera. Penso comunque che i lettori abbiano sempre il pieno diritto di esprimere le loro opinioni, e di vederle accolte, anche quando non siamo d’accordo. Ho ricevuto questa lettera dal signor Franco Damiani, da Villafranca Padovana: “Signor Lanza, secondo lei Palmiro Togliatti e Fausto Coppi, che erano sposati, “ebbero un bel coraggio” a piantare le mogli per mettersi con le rispettive”.
SONO STATI DUE VIGLIACCHI?!?
“Eh già, l’ambiente benpensante, anche tra i comunisti… Io credo invece che siano stati dei bei vigliacchi a tradire e ad abbandonare le loro consorti. Non so Togliatti, ma Coppi era certamente sposato in chiesa, quindi è stato anche spergiuro davanti a Dio. Perché poi? Credo che con la dama bianca abbia fatto una vita d’inferno, come dimostra il suo ostinarsi a correre fino a quarant’anni e oltre (e sicuramente lei, che l’ambiente del ciclismo detestava, gli fece perdere almeno un Giro di Lombardia. Magari indirettamente ha pure affrettato la sua fine). Poi lei scherza sui quattro “matrimoni” di Maurizio Costanzo. A me dà fastidio sentir scherzare sulla “poligamia differita”, e a costo di parerle bigotto le ricordo che il matrimonio sacramentale dura fino alla morte di uno dei coniugi”.
NO, SI RISCHIAVA LA GALERA
Rispondo: rispetto, come ho detto, l’opinione del lettore, ma dissento. Non sono certo esente, anch’io, da utopie e da estreme convinzioni personali. Penso però che un giornalista debba anzitutto valutare la realtà.
Ci fu l’introduzione – quasi 50 anni fa – del divorzio. All’epoca di Coppi e Togliatti invece si rischiava la galera, per adulterio. Tutti e due non furono affatto vigliacchi: per amore, si contrapposero alla dilagante opinione pubblica, moralistica, e affrontarono problemi, difficoltà, impopolarità. E infine sdrammatizzare è importante: perciò l’autoironia di Maurizio Costanzo mi è piaciuta.