Marco Porro, Assessore al Turismo del Comune di Ladispoli, ci vuoi spiegare perché il carciofo di quel territorio è così famoso e apprezzato? Cosa lo distingue da tutti gli altri?
I carciofi del nostro territorio sono eccezionali. Il microclima che si crea, anche grazie alla vicinanza al mare, fa la differenza. Il terreno è incredibilmente nutriente ed i carciofi nostrani, secondo gli studi dell’università agraria della Tuscia, sono superiori come proprietà nutrizionali. È un prodotto d’eccellenza e la sua celebrità è nata negli anni, anche grazie ai nostri “nonni” che hanno saputo trattare con infinita maestria questo fantastico prodotto, rendendolo il principe delle nostre tavole. La Sagra è la giusta celebrazione, il giusto riconoscimento di un frutto della terra meraviglioso.
Quali sono le iniziative in programma, quali le sorprese che ci attendono?
Tutti ci chiedono quali siano le novità per la Sagra. Ma questa festa, giunta ormai alla 71° edizione, è vincente proprio così, com’è sempre stata. Quindi più che reinventarla, dobbiamo preservarla. Proteggerla perché è nostra tradizione, la nostra cultura, dobbiamo averne cura.
Ci sarà un ampio spazio dedicato ad artigiani e artisti locali, oltre i soliti banchi commerciali. Quest’anno sarà un’edizione dedicata al grande Franco Califano: il concerto del sabato vedrà protagonista Leo Gassmann, cantante e attore che recentemente è stato attenzionato proprio per un film dedicato al “Califfo”. Infatti, lo slogan di quest’anno è “tutto il resto è noia”.
Venerdì sera si ballerà in piazza con un gruppo di musica salsera Califano Latino, tutti i successi del cantautore romano in chiave latina. Domenica, aspettando i fuochi d’artificio, la piazza sarà intrattenuta dall’intramontabile Marco Marzocca.
Quali sono state le principali difficoltà, dal punto di vista dell’organizzazione, in vista dell’evento?
Più che difficoltà, che ovviamente sono presenti in qualsiasi evento, si dovrebbe parlare di responsabilità. Io sono nato e cresciuto a Ladispoli, per me la Sagra del Carciofo è qualcosa di rappresentativo, la festa che ci riporta bambini, alla quale sono affezionato in modo particolare. Avere la possibilità di organizzarla ad oggi per me è un grande onore. Fare un buon lavoro diventa motivo di grande orgoglio.
Quanta importanza ha un evento del genere sotto l’aspetto del turismo e della promozione della città?
Un evento di questa caratura, con questa storicità, è impattante a livello turistico e commerciale. Una vetrina che affaccia in tutta Italia. Nell’arco di poche ore la città ospita centinaia di migliaia di persone. È la Sagra più grande e partecipata del Lazio, che invita persone da tutta la nazione. Uno spot importante, concreto: lo denota il fatto che si sono scavallati i 70 anni.
Quale ruolo avranno i commercianti di Ladispoli in questa sagra? Ci sarà spazio per promuovere e mettere in bella mostra il carciofo e il lavoro dei nostri agricoltori?
Credo che mai come in questo momento storico la vicinanza ai nostri agricoltori debba essere molto forte. La Sagra del Carciofo è un evento che accosta il popolo al mondo dell’agricoltura. Questo dev’essere un momento di riflessione generale in cui gli agricoltori, che con lavoro ed immensa fatica sgobbano ogni giorno per portare a casa il risultato, possano dire: ci siamo anche noi, eccoci, ecco il nostro lavoro. È importantissimo non perdere la connessione con le realtà agricole del territorio, sono una risorsa; una festa che li metta al centro dell’attenzione oggi dev’essere vista come un’opportunità sia per noi, che per loro.
Da persona che conosce da vicino, da dentro, il mondo della ristorazione e della cucina: qual è secondo te la migliore ricetta a base di carciofo? Quella a cui non si può proprio rinunciare…
Io ho una filosofia quando cucino: reperisci un buon prodotto e toccalo il meno possibile. Perché rovinare qualcosa che la natura ha creato in modo meraviglioso e che i nostri agricoltori hanno sapientemente coltivato? I nostri carciofi si possono mangiare crudi, sono eccezionali. Invito tutti a bruscare una fetta di pane, prendere un carciofo, mondarlo, tagliarlo finemente alla julienne, sale, pepe, menta fresca, un meraviglioso olio evo di zona e zest di limone. Una bruschetta degna delle migliori tavole. Se poi parliamo di tradizione, il carciofo alla romana, secondo me, batte tutti.