L’Aceto balsamico di Modena Igp è davvero un fuoriclasse dell’agroalimentare made in Italy. Certo, non è così diffuso oltre confine come il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di Parma, ma ha comunque il suo mercato: raggiunge i mercati di 120 Paesi, dove viene esportato circa il 92% della produzione totale, la percentuale più alta di tutto l’agroalimentare italiano.
Originario e simbolo della terra di Ferrari e Maserati, il Balsamico Igp alimenta una filiera che nel 2019 ha prodotto un fatturato al consumo di un miliardo di euro, grazie ai suoi 96 milioni di litri, frutto del lavoro delle 62 acetaie nelle province di Modena e Reggio Emilia.
Secondo quanto scrive Il Resto del Carlino (edizione di Bologna) il successo internazionale ne ha fatto uno dei prodotti più imitati ed evocati nel mondo e anche in Europa, dove c’è sempre qualche furbetto che tenta di taroccarlo.
Imitazioni ed evocazioni, contro cui il Consorzio si attiva puntualmente. Sono tre infatti – si legge ancora su Il Resto del Carlino (ed. Bologna) – le sole denominazioni registrate previste: l’Aceto Balsamico di Modena IGP, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e il Tradizionale di Reggio Emilia DOP; prodotti con caratteristiche molto diverse che da sempre convivono e condividono l’origine dalle terre emiliane. Pura eccellenza made in Italy.