Dopo il comunicato con cui il suo cdr nega l’intenzione di denunciarlo, il direttore del telegiornale de La7 annuncia, con una nota su Facebook, l’intenzione di restare. Si chiude così una querelle iniziata all’inizio della settimana, quando Enrico Mentana si era rifiutato di leggere in diretta un comunicato dell’Fnsi, il sindacato dei giornalisti, in cui si esprimeva solidarietà nei confronti dei poligrafici in sciopero. C’è chi ha detto che vuole sempre e comunque essere una “prima donna” e chi, invece, ha immaginato una mossa strategica per smarcarsi da La7 ed andare a prendere il posto (vacante ancora) di Minzolini al Tg1. Comunque, stamani, Enrico Mentana, direttore dimissionario ieri del Tg di La7, intervenendo a La Telefonata di Maurizio Belpietro, ha detto che se non fosse arrivato, come un fulmine a ciel sereno, il comunicato che diceva che l’Associazione Stampa Romana d’intesa con il Cdr di La7 aveva dato incarico ad un avvocato di presentare una denuncia alla magistratura per comportamento antisindacale verso di lui, le dimissioni non se le sarebbe neanche sognate. Ieri sera aveva spiegato, durante il suo Tg delle 20, di aver appreso, il giorno prima, dalle agenzie, di essere stato denunciato alla Magistratura ordinaria dal suo cdr: “Ho atteso 24 ore per verificare eventuali ravvedimenti che non ci sono stati”. E chiarito che: “Essendo impensabile continuare a lavorare anche solo per un giorno con chi mi ha denunciato rassegno da subito le dimissioni dalla direzione del Tg La7”.
Mentana ha protestato dicendo che lui non è un dipendente dei sindacati, che non legge nemmeno i testi della Telecom, sua datrice di lavoro e che il suo mestiere è quello di dare notizie. Ed ha perfettamente ragione. Solo che dovrebbe essere un po’ meno sanguigno e non rischiare, fra dimissioni e ritrattazioni, quanto già accadde nel 2009, con un certo sospetto di scelte un po’ troppo furbe.
Incassata la fiducia dell’assemblea dei giornalisti, che ha ‘diffidato’ Assostampa romana dall’inoltrare la denuncia penale per comportamento antisindacale ai suoi danni e la conferma da parte del CdR del suo Tg di non aver adito le vie legali, Mentana resta alla guida del suo Tg, al quale ha dato piglio e visibilità ed un taglio davvero molto efficace ed innovativo.
Appena disoccupato dopo il litigio con Berlusconi, scrisse un libro intitolato “Passionaccia”, in cui, fra l’altro, diceva: “Fare il giornalista è il compimento di una passione che si alimenta soltanto della nostra curiosità, del bagaglio culturale che ci siamo fatti, della nostra voglia matta di capire, prima ancora che di spiegare”. Ora, dopo questa vicenda, dovrebbe aggiungere che è anche, il giornalista, una questione di scelte. (CDS)
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