“Bisogna rimettere i giovani al centro”: questo è stato il tema focale dell’incontro tenutosi ieri, 10 dicembre 2024, presso la Sala Consiliare del Comune di Ladispoli, per presentare “La voce di Iside”, il nuovo libro della giornalista e conduttrice televisiva Claudia Conte.
Intervenuti il sindaco di Ladispoli, Alessandro Grando; l’Assessore all’Istruzione e alla Cultura, Margherita Frappa; il delegato alle Politiche Giovanili, Riccardo Rosolino.
Moderatore della presentazione il giornalista Ricky Filosa, direttore di Litorale Oggi, il periodico d’informazione del litorale romano.
Grazie ai profondi spunti di riflessione che l’autrice ha saputo regalare ai presenti, si è dibattuto su temi importanti che riguardano le giovani generazioni e il loro rapporto con la socialità, l’istruzione e le istituzioni.
𝑴𝒂 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒏𝒂𝒔𝒄𝒆 “𝑳𝒂 𝒗𝒐𝒄𝒆 𝒅𝒊 𝑰𝒔𝒊𝒅𝒆”?
“Il libro nasce osservando tanti casi che vedono coinvolti i giovani – 𝗮𝗳𝗳𝗲𝗿𝗺𝗮 𝗹’𝗮𝘂𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲, 𝗖𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗮 𝗖𝗼𝗻𝘁𝗲 – dagli stupri di Caivano e di Palermo alle babygang, la droga, i reati sul web e così via. D’altro canto, ci sono tanti casi di ragazzi che si isolano, come la protagonista del mio libro, Iside, che dopo la pandemia si chiude in un mutismo selettivo”.
Un’occasione, dunque, di analisi su temi d’attualità quali il ruolo dei social media nell’educazione della “Gen Z” e il sempre crescente fenomeno dell’𝗵𝗶𝗸𝗶𝗸𝗼𝗺𝗼𝗿𝗶 che, dilagato in maniera esponenziale post-pandemia, porta sempre più giovani ad isolarsi e a non volere (o riuscire) ad uscire dalle proprie stanze.
L’attenzione al sociale nella città di Ladispoli è sempre stata molto alta e temi come questo rivestono uno spazio importante negli obiettivi della giunta: “In collaborazione con le scuole cerchiamo di portare avanti tante iniziative – 𝗵𝗮 𝗱𝗶𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗮𝗽𝗲𝗿𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗶𝗹 𝘀𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗟𝗮𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝗹𝗶, 𝗔𝗹𝗲𝘀𝘀𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗚𝗿𝗮𝗻𝗱𝗼 – per avvicinare i giovani a temi importanti come la violenza sulle donne, la pace, il contrasto all’odio. Nel libro si individua nel volontariato una sorta di possibile cura ai mali giovanili del nostro tempo: questo ci ha aperto tante prospettive”.
“Dobbiamo capire che quello dei giovani è un problema della comunità, un problema sociale. In una comunità oggi liquida, priva di quei valori che un tempo la sostenevano (famiglia, amicizia, solidarietà) diventa tutto più difficile. Le famiglie spesso talvolta sono sole o lasciate sole”. 𝗖𝗼𝘀𝗶’ 𝗹’𝗔𝘀𝘀𝗲𝘀𝘀𝗼𝗿𝗲 𝗠𝗮𝗿𝗴𝗵𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮 𝗙𝗿𝗮𝗽𝗽𝗮 𝗰𝗵𝗲, 𝗶𝗻 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗶𝗻𝘀𝗲𝗴𝗻𝗮𝗻𝘁𝗲, 𝗵𝗮 𝘃𝗼𝗹𝘂𝘁𝗼 𝗿𝗶𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗱𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮 𝘀𝘂𝗹 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗼 𝗶𝗻 𝗺𝗲𝗿𝗶𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗰𝗿𝗲𝘀𝗰𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶𝘀𝗮𝗴𝗶𝗼 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶𝗹𝗲.
“Sicuramente i social non stanno aiutando, benché la scuola sia stata sempre pronta ad una formazione digitale che porti all’uso creativo delle tecnologie; oggi dobbiamo metterci insieme: famiglie, scuole, comunità, associazioni sportive, oratori. O capiamo che dobbiamo fare rete o saremo tutti perdenti”.
Nonostante gli sforzi e i progetti che si realizzano, il contrasto alla risoluzione di queste criticità è ancora molto elevato: è stato d’impatto l’intervento in aula di una 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗲 𝗺𝗮𝗺𝗺𝗮 del territorio che ha voluto raccontare la propria esperienza personale con un figlio adolescente hikikomori: “Ci sono alti e bassi, ma per fortuna lui ha accettato di farsi aiutare. C’è una grande comunità a livello nazionale per aiutare i ragazzi con questo problema, con sedi in ogni regione d’Italia. Noi come genitori abbiamo fatto l’errore inizialmente di non comprendere che non si trattasse di un capriccio, ma che il chiudersi nella propria stanza e vivere solo per il mondo virtuale è un vero e proprio problema che va analizzato e da cui è difficile uscire”.
“Sicuramente con la pandemia c’è stato un aumento dei disagi mentali – 𝗵𝗮 𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗼 𝗹’𝗮𝘂𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲 – e il mutismo selettivo è stato una forma di isolamento, come ho cercato di spiegare attraverso la storia di Iside. I ragazzi sono sempre più impermeabili alle emozioni, hanno paura di soffrire. I social media danno l’illusione di essere al centro del mondo, mentre la vita vera, quella offline viene sempre più lasciata in disparte. L’hikikomori è un caso esasperato di mutismo selettivo in cui i ragazzi si possono chiudere anche per anni nelle proprie stanze, senza neanche parlare con i genitori”.
Se è vero che oggi viviamo in un mondo in cui la digitalizzazione delle nostre vite talvolta fa perdere la bussola sui valori importanti da preservare, convegni come questo sono una boccata d’aria fresca per stimolare classi dirigenti e famiglie.
𝗔𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗹 𝗱𝗲𝗹𝗲𝗴𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶𝗹𝗶, 𝗥𝗶𝗰𝗰𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗥𝗼𝘀𝗼𝗹𝗶𝗻𝗼, 𝗰𝗵𝗲 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲 𝗮 𝗿𝗶𝘃𝗲𝘀𝘁𝗶𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗿𝘂𝗼𝗹𝗼 𝗲’ 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝘂𝗻 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗲 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮𝗱𝗶𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗟𝗮𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝗹𝗶, 𝗱𝗶𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗮: “E’ molto difficile capire i giovani, ascoltarli. Qui a Ladispoli ultimamente abbiamo organizzato vari incontri sull’educazione sessuale, sentimentale e sulla rabbia repressa. Io cerco di portare positività in tutte queste iniziative. Voglio concludere augurandomi che ci saranno sempre più iniziative come questa per portare note positive ai giovani e alla città”.
Non resta che leggere il nuovo romanzo di Claudia Conte, “La voce di Iside”, che riassume lo strozzato grido d’aiuto e di sostegno di tanti giovani della nostra comunità e del nostro Paese.