Oggi è in edicola La Verità, un nuovo quotidiano diretto da Maurizio Belpietro che oggi arriva anche in libreria con il libro "I segreti di Renzi". Della sua nuova impresa editoriale – che vede tra le firme Giampaolo Pansa e Luca Telese e il sostegno di un "azionariato diffuso" ("così non siamo piegati ad interessi economici di alcun tipo") – parla in una intervista al Corriere della Sera: "Parlo agli elettori in generale avendo alle mie spalle soltanto le mie idee. Vanto il fatto di essere diventato direttore del Giornale senza avere mai conosciuto Berlusconi e quando serviva l’ho criticato" e "mi sono fatto licenziare due volte da due diversi editori proprio perché ho voluto dire la mia anche quando ha dato fastidio a qualcuno".
Verità come Pravda? "Non è un titolo presuntuoso ma provocatorio: scriviamo quello che sappiamo e se abbiamo dubbi non li nascondiamo certo", "la categoria spesso si è schierata a favore del presidente del Consiglio di turno, applaudendo a prescindere. Questo non è il mio modo di fare giornalismo: preferisco dare notizie".
Inoltre afferma: "Ho la sensazione che il centrodestra stia brancolando nel buio. Parisi è un bravissimo manager ma dovrà riuscire a federare tutte le anime del centrodestra e stiamo già vedendo che è un’impresa non facile", "mi viene però in mente l’operazione che aveva fatto con Alfano e abbiamo visto come è finita: ed era inevitabile, perché Berlusconi non prevede un erede".
"La Verità debutta oggi in edicola, ma in realtà la sua data di nascita non è il 20 settembre. L’inizio della storia che ha portato alla fondazione del giornale che avete tra le mani risale ad alcuni mesi fa, al 17 maggio, giorno in cui alla direzione di Libero si è registrato un brusco ‘avvicendamento’", "quell’estromissione un problema lo pone e non è privato, ma pubblico. Può un presidente del Consiglio incarognirsi a tal punto per le critiche e le notizie pubblicate da pretendere la testa del direttore del giornale che quelle critiche ha stampato?". Si apre così il primo editoriale di Maurizio Belpietro da direttore del nuovo quotidiano. E aggiunge: "Sbaglierebbe però chi pensasse che questo giornale nasca solo per occuparsi di Renzi e delle molte ombre che lo accompagnano. La Verità, non avendo né padroni né padrini (i finanziatori sono giornalisti, piccoli imprenditori e professionisti, senza che nessuno abbia la maggioranza o una quota in grado di influenzare la redazione), s’incaricherà di raccontare ogni notizia di pubblico interesse, senza curarsi che questa dispiaccia a qualcuno di destra o di sinistra o anche di centro".
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