“Ti offro una bella pizza… i soldi ce li hai?” (Totò)
“Per vostra norma e regola io non sono mai stato innamorato di niente e di nessuno se si esclude la pizza di pane coi fichi dentro” (Massimo Troisi)
“Oggi in tutto il mondo sono specialmente i giovani ad aver adottato la pizza. Io trovo che questo sia un fatto consolante e indicativo: c’è qualcosa di elementare, pulito, allegro, nella pizza, che mi fa pensare subito un gran bene dei suoi seguaci” (Sophia Loren)
“Un Oscar, il sesso, un gelato e una pizza… Se avessi questo ogni giorno per il resto della mia vita sarei felice” (Dustin Hoffman)
“Fatte ‘na pizza c’a pummarola ‘ncoppa, vedrai che il mondo poi ti sorriderà”. (Pino Daniele)
LA MARGHERITA
Forse (forse) non conoscete la vera origine della Margherita, la pizza napoletana più famosa nel mondo. Riconosco che ci si può addormentare la sera tranquillamente, anche senza saperlo. Però (a volte sono pignolo) ero stufo di sentirne di tutti i colori e mi sono documentato.
UNA DIFFUSA LEGGENDA
Il ricercatore più attendibile, Alessandro Marzo Magno, cinque anni fa smentiva la diffusa leggenda, secondo cui 130 anni fa, martedì 11 giugno 1889, vide la luce la Margherita, regina di tutte le pizze, in onore della regina Margherita di Savoia. Perché esisteva già, e non fu inventata per il regale palato, come spesso si racconta.
UN COLPO DI GENIO
Il colpo di genio di Raffaele Esposito, il pizzaiolo accreditato dell’invenzione, non è stato quello di aver creato una pizza nuova, ma di aver battezzato “Margherita” – lo stesso nome della regina – una pizza esistente da decenni, con i tre colori (verde del basilico, bianco della mozzarella, rosso del pomodoro) che richiamavano la bandiera italiana.
TRE PIZZE PER LA REGINA
Raffaele Esposito era il cuoco della pizzeria ‘Pietro… e Basta Così’ fondata nel 1780, ancor oggi esistente con il nome di pizzeria Brandi. Esposito, nel giugno del 1889, fu chiamato da un funzionario della Real Casa nella reggia di Capodimonte, dove si trovavano in visita il re d’Italia, Umberto I, e sua moglie, Margherita di Savoia. Esposito preparò tre pizze diverse e la regina dichiarò di apprezzarne in particolar modo una, cioè quella che sarebbe diventata la Margherita.
UN’ANTICA TRADIZIONE
Nel libro di Francesco De Bourcard, “Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti’ pubblicato nel 1858 (quando la città era capitale del Regno delle Due Sicilie) è descritta una pizza con la mozzarella e il basilico: “condita collo strutto, vi si pone disopra qualche foglia di basilico. Si aggiungono sottili fette di mozzarella e, volendo, il pomodoro”.