La questione dei nostri prodotti e delle politiche dell’Unione Europea è nota. Sappiamo tutti che, in nome delle politiche “green”, l’Unione Europea si è detta favorevole alla carne coltivata. Questo è un dato di fatto. L’Italia ha detto no,ò ma a Bruxelles sono di ben altro avviso.
Se la carne coltivata entrasse in commercio sarebbe un grave danno per i nostri allevatori e per i nostri prodotti. Immaginate un prodotto spacciato per “Prosciutto di Parma” realizzato con carne coltivata prodotta in Danimarca.
Lo stesso discorso vale anche per il formaggio. Sempre in nome delle politiche “green” e della lotta al riscaldamento globale, si vuole produrre il formaggio senza latte di vacca, di bufala o di pecora, ma con latte prodotto da batteri geneticamente modificati. Provate ad immaginare formaggi storici, come il Parmigiano-Reggiano.
Per un formaggio come il Parmigiano-Reggiano vi è un disciplinare preciso. Perché possa essere classificato come Parmigiano-Reggiano, il formaggio deve essere prodotto con latte di mucche alimentate ad erba e nelle Province di Parma, Reggio nell’Emilia, Modena, Mantova, nella zona a sud del Po, e Bologna. Questo è riconosciuto anche dall’Unione Europea.
Se l’Unione Europea decidesse di classificare come “Parmigiano-Reggiano” un formaggio prodotto da latte sintetico, danneggerebbe il nostro prodotto.
La Regione Emilia-Romagna, ahinoi, ha proposto di pagare gli agricoltori per fare sì che non coltivino la terra. Lo stesso discorso vale anche per la pesca. Si vogliono pagare i pescatori per fare in modo che demoliscano i pescherecci e non peschino più.
In nome della difesa dell’ambiente e della lotta al cambiamento climatico, si rischia di distruggere il prodotto tipico, con un danno economico e culturale per ognuno di noi.