Luisa Meneghetti, già analista e ricercatrice per organizzazioni internazionali in ambito di Diritti Umani, oggi – a 33 anni – è consulente freelance per reclutare talenti per le aziende di tutta Europa.
Luisa vive all’estero. Ha lasciato casa e famiglia dieci anni fa per trasferirsi a Ginevra grazie al progetto Erasmus. Da allora, non è più tornata. I motivi? Rapidità di carriera, riconoscimento economico e la fiducia che le persone le hanno accordato.
“Mi sono laureata all’Università di Padova – spiega a La Tribuna di Treviso -, sapevo che una parte della mia vita si sarebbe svolta all’estero, ma non mi sarei mai aspettata che avrei deciso di rimanere per così tanti anni”.
“L’Italia non mi avrebbe permesso di sviluppare il mio talento così rapidamente. All’estero la professionalità di una persona viene riconosciuta a discapito della sua provenienza geografica e dell’età anagrafica. I miei coetanei a Padova o a Treviso, pur essendo bravissimi professionisti, non hanno ricevuto lo stesso riconoscimento”.
E’ sempre il solito problema: l’Italia è un Paese poco competitivo. Per questo i nostri giovani, spesso quelli più bravi e preparati, scappano.