Mercoledì 25 ottobre, World Pasta Day, la Giornata mondiale della pasta, uno dei simboli della Dieta Mediterranea. #Spaghetti a volontà dunque, per l’hashtag #WorldPastaDay che sta già spopolando. L’Ansa ci racconta la storia di Cesarina Mezzoni e Niccolo’ Angius, due giovani romani trasferitisi in California un paio di anni fa, che negli ultimi mesi hanno creato Cesarina Pasta con cui trasformano le fettuccine in uno street food da mercato che piace molto al pubblico americano, specialmente ai giovani.
“L’idea – spiega all’Ansa Angius, che ha 27 anni ed e’ cresciuto a Trastevere – ci e’ venuta pensando alla scarpetta che i meravigliosi sughi delle paste italiane obbligano a fare una volta finito di mangiare… E infatti la coppa in cui sono servite, a meta’ tra pizza e focaccia, e’ un’idea green che evita l’anti-ecologico piatto di plastica, ma e’ anche pane che alla fine rimane intriso di sugo”.
L’anima della cucina è la sua partner, nella vita e poi anche nel business, e cioe’ Cesarina. Cresciuta a San Teodoro, nel centro di Roma, da papa’ romano e mamma delle Seychelles che pero’ ha sempre cucinato tante specialita’ italiane, dalla trippa alla zuppa di broccoli e arzilla. E lei, da sempre innamorata non solo di fornelli, ma anche di blog di cucina, ha voluto fare della sua passione un lavoro per la vita.
“Le mie fettuccine – spiega – sono fatte solo di acqua e semola, senza uovo, e quindi vegane. Spesso sono arricchite e rese colorate con farine di verdure. Le verdure le compriamo da piccoli agricoltori del Sud della California, dove c’e’ una grande cultura dell’organico. Cuciniamo poi in modo espresso i vari sughi, dal tradizionale pomodoro, basilico e parmigiano reggiano fino ai classici a stelle e a strisce come le Zio Alfredo oppure con le polpette”.
“La chiave del nostro progetto – sottolinea Angius – non e’ pero’ l’italianita’. Noi siamo italiani, ne siamo molto orgogliosi e non siamo fuggiti dal nostro Paese perche’ stavamo male. Il punto centrale in questo caso è la pasta, in particolare la naturalità e l’artigianalità del nostro prodotto. Un piatto fatto in casa, come lo faceva la mamma per noi, in contrasto con la cultura del consumismo americano”.
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