Francesco Marchet, cervello in fuga dal Veneto, si racconta a La Nuova di Venezia e Mestre: “L’Italia mi manca: mi manca la mia famiglia, mi mancano i miei amici, mi mancano le piste da sci. Però ho dovuto fare una scelta, e ho scelto il Paese che mi offriva maggiore sicurezza e che mi dava l’opportunità di dimostrare il mio valore”.
“Trentanove anni, di Seren del Grappa, nel Bellunese. Una laurea in Relazioni pubbliche alla Iulm di Milano, un Erasmus in Svezia, un master in Project management, a Padova”, oggi Marchet si occupa di intelligenza artificiale per una società di consulenza con sedi a Londra, nei Paesi nordici e negli Stati Uniti.
In Italia andavo avanti di “co.co.pro.” in “co.co.pro.” mentre oggi ha un contratto a tempo indeterminato.
“Vivo a Chelsea e lavoro in centro. Nessun problema con la Brexit e quest’anno ho pure ottenuto la cittadinanza inglese” racconta al quotidiano.
Il futuro? “Il governo ha tagliato gli incentivi per il rientro dei ‘cervelli in fuga’, e non è stata una scelta lungimirante. Riportarci in Italia avrebbe portato un po’ di ossigeno al sistema Paese”, “al momento, sul piatto della bilancia, i pro sono superiori ai contro. Finché continuerà a essere così, rimarrò qui”.