“Mi piace essere la cosa giusta nel posto sbagliato e la cosa sbagliata nel posto giusto, perché succede sempre qualcosa di divertente” (Andy Warhol)
“Lascia dormire il futuro come merita. Se lo si sveglia prima del tempo, si ottiene un presente assonnato” (Franz Kafka)
“Sigilla i discorsi con il silenzio e il silenzio con il momento opportuno” (Solone)
“Vale più una parola al momento giusto che cento nel momento sbagliato”. (Miguel de Cervantes)
LA SPARATA DI GRILLO
Beppe è intempestivo, ma ancora una volta, vede giusto, ha ragione. E le critiche di questi giorni appariranno in futuro esagerate. Ha detto che il Presidente della Repubblica ha poteri eccessivi: se si analizzano le cose pacatamente, si tratta di un’affermazione motivata e di buon senso.
HA RAGIONE PERCHÉ…
L’inquilino del Quirinale infatti è anche il capo delle forze armate, è al vertice del consiglio superiore della magistratura, può nominare – a suo indiscutibile giudizio – cinque senatori a vita e di conseguenza (è successo) influire sulle maggioranze parlamentari. Mi sembra un potere enorme, tanto più che il Presidente non è eletto direttamente dal popolo, ma arriva spesso al Quirinale grazie a compromessi e maneggi, non trasparenti, tra i partiti (sempre più detestati, disprezzati o addirittura odiati da gran parte dell’opinione pubblica). Non mi riferisco a Sergio Mattarella, ma a come è stato concepito questo supremo ruolo istituzionale.
UNA RIFORMA SARÀ NECESSARIA, MA…
Una riforma perciò appare opportuna: la penso come Grillo e penso che milioni di italiani siano della stessa idea. Qual è dunque il problema? Grillo è un personaggio atipico: è un grande attore, oltre che un politico; è un leader, ma non è un capopartito; le sue esternazioni (urlate) sono guidate dall’intuito, dall’umore e da una particolare sensibilità nel raccogliere e interpretare le scontentezze e le volontà del popolo.
GRANDEZZA E LIMITI DI GRILLO
È sempre stato così, c’è da stupirsi? Direi di no. Beppe ha il gran merito di trattenere in confini democratici una protesta che poteva, e ancora potrebbe, diventare esplosiva, incontrollabile. La sua grandezza – l’impoliticità – è anche il suo limite: prevede e anticipa il futuro, ma sul momento le sue intuizioni, le analisi e le (pre)visioni possono apparire inopportune. E bene ha fatto Luigi Di Maio a sdrammatizzare l’ultima “sparata”, per evitare casini, in giorni delicatissimi per il governo. Grillo è intempestivo? Forse, anzi è certo. Ma ha ragione. E si vedrà.