La Spagna vuole favorire il rientro dei propri ‘cervelli’ fuggiti a causa della crisi. Proprio così. Il governo lavora a un piano, previsto per il 2019, per facilitare il ritorno dei numerosi lavoratori qualificati che hanno lasciato il Paese durante la crisi economica del 2008-2013.
Il numero di spagnoli che si sono stabiliti all’estero, secondo i dati del governo di Madrid, è aumentato di oltre 940mila persone dal 2009, quando la disoccupazione è esplosa nel Paese colpito duramente dalla crisi. Si tratta di una emigrazione qualificata, sono fuggiti ingegneri, scienziati, medici, giovani e meno giovani. Ora il governo di Pedro Sanchez vuole aiutare questi cervelli a rientrare, secondo quanto ha dichiarato alla stampa il segretario di stato alle migrazoni, Consuelo Rumi.
“I profili chiesti dalle aziende sono legati alla tecnologia e alla ricerca”, ha dichiarato Rumi. Il governo non ha previsto di versare un aiuto finanziario per il ritorno, eccetto alcuni progetti, “per esempio di ricerca, che saranno molto importanti e porteranno valore aggiunto” alla Spagna.
Il piano dell’esecutivo spagnolo non fissa obiettivi in cifre per i rientri, è qualcosa di molto più semplice: consiste principalmente nel facilitare il contatto su internet tra queste persone che vivono all’estero e le aziende spagnole alla ricerca di manodopera qualificata.