Le donne italiane non amano la politica, tantomeno i dibattiti e, quando possono ne prendono le distanze rinunciando anche ad informarsi direttamente sull’attività politica corrente, perché poco concreta e per lo più non rivolta a facilitare con strumenti idonei l’organizzazione della vita familiare e professionale del genere femminile. L’identikit dell’universo femminile nel rapporto con le istituzioni e prima ancora con la politica è stato tracciato oggi da Alessandra Paola Ghisleri, sondaggista fondatrice di Euromedia Research e politologa, al talk show che l’ha vista protagonista in occasione della consegna a lei medesima del Premio Casato Prime Donne a Montalcino, promosso dall’omonima cantina tutta al femminile di Donatella Cinelli Colombini.
Nel quadro che ne emerge, spiccano alcune informazioni che vanno a meglio delineare il sentiment del genere femminile nei confronti della politica, riservando anche qualche dato curioso. Ad esempio, che le donne pensano principalmente che i valori della democrazia poggino sui principi di uguaglianza prima che sulla libertà; probabilmente perché si sentono a loro volta discriminate e percepiscono che, nonostante gli sforzi, gli sviluppi e i traguardi raggiunti negli ultimi anni, il gap tra uomini e donne è ancora forte. Dato ancorché interessante è che quasi il 70% pensa che neppure all’interno dell’Unione Europea questa parità sia stata raggiunta.
Ciò premesso, la domanda che molti si pongono è: ma la politica, invece, ama le donne?
“Analizzando dati più specifici – ha puntualizzato Alessandra Paola Ghisleri – emerge che il 73% delle donne considera l’ascesa del genere femminile al potere come un potenziale miglioramento dei fenomeni di corruzione e, ancora più sorprendentemente, che un 48% della popolazione intervistata affiderebbe fondi pubblici ad una donna. Percentuale che sale quasi al 60% quando a rispondere sono le donne stesse. Ma tutta questa “fiducia” nel gentil sesso non viene poi nei fatti ripagata dalla politica sui temi del lavoro e dell’organizzazione di servizi per la famiglia. Garantire l’accesso ad esempio ad asili nido gratuiti – ha aggiunto – può essere un primo passo, ma non sufficiente a colmare il gap se non si accompagna ad altri interventi strutturali”.
Così come nel mondo del lavoro, anche in politica il ruolo della donna non si è mai sganciato dal pregiudizio e ancora oggi si vede spesso l’elezione di una donna sindaco o la nomina di un ministro femmina come un fatto straordinario quando invece dovrebbe essere considerata una cosa del tutto normale.
Alessandra Paola Ghisleri ha proseguito: “Le donne costituiscono molto spesso l’ago della bilancia nelle consultazioni elettorali; rappresentando la quota maggioritaria degli indecisi – circa il 60% – in un simile contesto a fare la differenza nel loro orientamento saranno i soggetti politici che offriranno loro maggiori garanzie sui temi della famiglia e della parità di genere nel mondo del lavoro. In sostanza, quella parte politica che dimostrerà di “amare” le donne, non solo con le intenzioni ma con fatti concreti, sarà anche quella che con molta probabilità vincerà le elezioni”.