Ho visto la prima puntata di Petra, protagonista Paola Cortellesi, regia di Maria Sole Tognazzi. Delusione profonda! Brava Paola, bravina Maria Sole. Modesto il giallo, il colpevole è lampante troppo presto.
Ma la sofferenza per me, adottato da Genova, è la totale assenza di una città tra le più belle del mondo – stretta tra mare, porto e colline, in mezzo, nel centro storico, i vicoli, i carrugi, celebrati da Fabrizio De Andrè. La mia adorata Genova è una città piena di colore e di luce! Che erroraccio, per Petra, raccontarla con un cielo che potrebbe essere di Chernobyl. Tutte le ambientazioni sembrano nordiche, i toni freddi girati in verdeblu snaturano la meravigliosa città.
Assenza totale dei suoi colori, della sua luce, delle sue nuvole in corsa continua, per il vento di tramontana, nell’azzurro cielo. Non c’è una inflessione dialettale, mai! Si vedesse almeno una focaccia, cibo prelibato e inimitabile per ricchi e poveri, ogni tanto…
Tutto è fosco, tetro, cupo. Perché girare a Genova, allora?
Vai a Milano, a Torino, in Svezia, non è difficile trovare un ambiente grigio e – senza offesa per nessuno – malinconico e opprimente… Boh. Certe scelte non le capirò mai. Aspetto Petra alla seconda puntata, ma non mi aspetto miracoli, anzi. Ridatemi la mia Zena, belìn!