Il CDF (Comitato Difesa Famiglie) ha vinto la causa contro l’INCA – CGIL. La sentenza è esecutiva. Nel 2009 a Zurigo esplose il caso della truffa da 37 milioni di euro. Il direttore del patronato Inca-Cgil si faceva trasferire sul conto corrente i risparmi dei pensionati italiani. La giustizia civile svizzera condanna il sindacato italiano a risarcire le vittime, ma la Cgil chiude gli uffici per “fallimento” ed evita gli indennizzi. Per poi riaprirli, con altro nome.
Ora, grazie al coraggio, alla costanza, alla testardaggine dell’ing. Marco Tommasini, tutti i truffati saranno risarciti dalla CGIL.
ItaliaChiamaItalia ha voluto raggiungere telefonicamente Tommasini per chiedergli un commento: “Purtroppo da chi si professa responsabile degli italiani sia in Italia che all’estero non c’è stato quel supporto che ci aspettavamo, anzi, non c’è stato nessun supporto se non a parole”, dichiara al nostro quotidiano online, poi aggiunge: “Speriamo che ora qualcosa possa cambiare e ci sia quella tanto attesa solidarietà e quel tanto acclamato coraggio civile”.
“La sentenza – prosegue Tommasini a colloquio con Italiachiamaitalia.it – fa in modo che gli assistiti di patronato siano finalmente tutelati anche all’estero. Ma non solo. Fa anche in modo che lo siano gli stessi dipendenti di patronato all’estero verso la casa madre in Italia”.
“Comunque spero che l’Inca non presenti appello, perchè sarebbe un affronto contro tutti gli italiani sia in Italia che all’estero. Non può dichiararsi patronato al servizio dei cittadini e poi andare contro i propri cittadini. La deve smettere – conclude Tommasini – e spero che ora anche chi ci rappresenta lo dica”.