Secondo una ricerca di Scenari Immobiliari che analizza il comportamento degli italiani che hanno acquistato immobili oltre confine in questi ultimi anni, cambia il mercato immobiliare in Italia. Cresce la voglia di acquistare e investire nel mattone, nelle seconde case, ma non nel nostro Paese. La tendenza in atto è quella di acquistare all’estero. Perché?
E’ presto detto. Ancora alta la pressione fiscale sulle proprietà immobiliari nello Stivale. Da una parte l’Imu allontana gli investitori, dall’altra molti, al netto dell’Ivie, acquistano una seconda casa in Paesi che offrono livelli di tassazione sui redditi bassi o nulli per i pensionati. Si pensi ad esempio alla Grecia o al Portogallo, ma anche alla Bulgaria, la Romania, alla Spagna, giusto per restare in Europa. Lì la pensione italiana vale molto di più, in tasca al pensionato restano più soldi, senza contare che il potere d’acquisto in quei Paesi è maggiore.
Ecco che gli italiani scelgono di comprare oltre confine, in particolare case vacanze o appartamenti in grandi città, con prospettiva di rivalutazione dei prezzi nel tempo.
Acquistare casa all’estero implica accedere ad un regime fiscale sugli immobili più permissivo rispetto al nostro. Dal 2008 dopo la crisi economica mondiale, il nostro sistema fiscale ha una tassazione ferma a quote molto alte, mentre altrove si è ridotto.
La domanda in questi ultimi tre anni – spiega ancora Scenari Immobiliari – vede così anche i fondi del settore immobiliare orientare i loro investimenti verso zone e mete turistiche che il fisco tende ad agevolare. Così si può assistere a una ripresa del mercato laddove uno Stato interviene incentivando le persone a trasferire la propria residenza.
Nel 2019, anche se i dati sono ancora parziali, si registra già un nuovo record di compravendite all’estero, con circa 50.000 transazioni immobiliari. In Italia, invece, i prezzi calano, sia a causa dell’Imu sia della pandemia. Resiste Milano, dove il trend è invece opposto.
Insomma, compare casa all’estero conviene di più e a quanto pare è anche molto più semplice. Infatti, per concludere una transazione in Spagna, per esempio, occorrono in media due giorni, considerando anche l’espletamento degli atti notarili; in Italia non basta una settimana. Capito?