Negli Istituti Superiori del nostro Paese, terra del Diritto Romano, di Virgilio, di Michelangelo, i programmi scolastici non sono stabiliti più dal Ministero, ma vengono decisi da ogni singola scuola, in nome di una certa interpretazione dell’autonomia, unanimamente associata all’idea di libertà e intesa come diritto di nascita e non come conquista. Cosi’ puo’ accadere che al Classico vengano ridotte le ore di Storia dell’Arte, che allo Scientifico venga mortificato il Latino, che il Diritto sia relegato ad un ruolo marginale, e che dovunque si aprano spazi sempre più luminosi alle cosiddette Discipline Sportive. Dove il termine Discipline e’ inteso a dare autorevolezza e carattere educativo alla solita partita di calcio o di pallavolo. Per la gioia degli studenti e dei genitori.
E’ l’autonomia, ragazzi: quell’autonomia che consente a un Istituto di decidere le strategie formative più opportune per i giovani. Che poi queste strategie producano opportunità di diplomarsi piuttosto che di formarsi, e’ considerata cosa buona e giusta nella nostra società.
Per non sbagliare, basta formulare alcune domande agli studenti: cosa ti interessa di più? Conoscere il latino o il segreto del cucchiaio di Totti? Sapere chi ha dipinto la Cappella Sistina o chi vincerà il prossimo scudetto? Avere da spendere nel tuo futuro un diploma di carta o un’autentica cultura? Vincere facile l’olimpiade della vita o allenarsi per arrivare sul podio con l’esercizio quotidiano? E che cosa rappresenta per te il podio, il denaro e il successo, o la conoscenza e la libertà dai falsi miti? Un sondaggio del genere deve essere stato fatto, nell’attuale sistema della scuola dell’autonomia, che attira studenti felici di frequentare un ambiente favorevole alla socializzazione e ai rapporti con l’altro sesso, per meglio organizzare gli incontri in discoteca e nei locali di divertimento. Chissà che non siano stati contattati anche i genitori, i nuovi padroni della scuola, orgogliosi di figli sempre più belli e contenti da portare in processione alle selezioni dell’ultimo reality televisivo.
Che cos’è dunque l’autonomia? Uno strumento in mano a dirigenti e genitori preoccupati solo di evitare problemi e garantire la pace sociale a quella grande nave carica di umori e ormoni che solo veri maestri di vita e di saggezza saprebbero condurre in porto. Ma che fine hanno fatto i veri maestri? Sono andati in pensione, per lasciare il posto alle nuove generazioni di prof, figli del tempo e profondi conoscitori degli approcci culturali più comodi e dei modelli di vita più seguiti. Addio Storia dell’Arte, addio Latino, addio Diritto. Il carpe diem noto ormai a pochi eletti ha trovato nei programmi scolastici la sua massima interpretazione, cancellando il futuro. Che cosa e’ diventata la scuola, se non una fabbrica di diplomati senza cultura nè competenze e destinati alla disoccupazione?
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