Egregio Direttore,
da affezionato lettore del Suo giornale, vorrei esprimere i miei rallegramenti per l’efficace copertura, fra l’altro, dei temi di interesse consolare, che svolge con encomiabile chiarezza.
Sulla base anche della mia modesta esperienza nel Comites di Zurigo, sembra a me che l’annosa questione degli uffici consolari, su cui si concentrano, come noto, le lagnanze di migliaia e migliaia di connazionali, per i cronici ritardi nell’offerta dei servizi, e per i lunghi e talora infiniti tempi di attesa, richieda non soltanto più attenzione, come, più o meno, già avviene, ma richieda anche e, forse soprattutto, più immaginazione, da parte, in primo luogo, ei parlamentari eletti all’estero, i quali, come noto, dispiegano su questi temi una discreta azione di sensibilizzazione, ma senza riuscire tuttavia a conseguire – mi sembra – risultati apprezzabili.
Per altro, le tante iniziative in materia, di respiro non soltanto parlamentare, non sembrano toccare il punto centrale, che sta nel cuore, secondo me, delle vicende consolari.
Ai più sembra sfuggire che i problemi con cui si confrontano i Consolati non sono di natura finanziaria o normativa, per quanto questi aspetti abbiano, certo, una indiscussa rilevanza, ma sono di natura anche e soprattutto organizzativa.
Perciò, vorrei cogliere la presente occasione per segnalare un progetto, di forte impronta manageriale, su cui il Suo giornale non si è finora soffermato, se non, forse, di sfuggita. Si tratta del progetto, noto sotto il nome di ”Polis”, con cui Poste Italiane si accinge a rilasciare il passaporto, la carta di identità elettronica, il tesserino fiscale, i documenti e le registrazioni di interesse pensionistico, e molti altri servizi, agli utenti residenti nei piccoli comuni della Penisola.
Il progetto in questione, finanziato con in fondi del PNRR (a proposito, come spende il Ministero degli esteri i fondi europei?) punta a velocizzare i servizi di interesse dei cittadini, abbattendo radicalmente i tempi di attesa.
Conoscendo la qualità del management di Poste Italiane, che è, mi sembra, di tutto rispetto, si potrebbe pensare di estendere il progetto ”Polis” – ecco un suggerimento che mi permetto di indirizzare ai nostri parlamentari – anche agli uffici consolari, con cospicui benefici, è da presumere, per i connazionali residenti all’estero.
Nella mia impressione, le burocrazie ministeriali, se vogliono migliorare la qualità e la velocità del servizio, devono imparare a misurarsi con sistemi organizzativi più scaltriti, così come accade normalmente nelle grandi aziende private, ed è perciò una illusione, almeno nel mio giudizio, confidare soltanto nell’arrivo di nuovi impiegati o nell’aumento dei capitoli di bilancio, pur, del resto, così necessari.
Ecco, dunque, che il progetto ”Polis”, centrato sulle specifiche esigenze degli uffici consolari, potrebbe costituire, mi sembra, un punto di svolta, l’avvio, forse, della tanto attesa rivoluzione organizzativa.
In proposito, sarebbe interessante poter conoscere l’opinione del Ministero degli esteri.
Con molti cordiali saluti,
Gerardo Petta, presidente Comites di Zurigo