Il caso della casa editrice “Altaforte”, vicina a CasaPound, che è stata esclusa dal Salone del Libro di Torino, fa discutere. Ora, io non simpatizzo con CasaPound. Non farei mai “pellegrinaggi” a Predappio. Piuttosto, preferirei recarmi nella non lontana Sarsina, per fare il pellegrinaggio alla basilica di San Vicinio e (magari) mi farei somministrare la benedizione con il collare di quel santo. Sono anche un sostenitore (dichiarato) di Israele e del sionismo e sono di cultura liberale.
Proprio per questo, ho trovato poco corretto che si sia arrivati a censurare la casa editrice in questione. Infatti, in una vera democrazia liberale, qualsiasi idea può essere espressa ed ognuno può esprimere le sue opinioni, a patto che non leda altre persone.
Quanto accaduto a Torino non è stato da democrazia liberale. Questo non può essere accettato, specie se si tiene conto del fatto che altri libri che appartengono all’area politica della sinistra estrema e che sono da ritenersi “controversi” possano essere portati a quell’evento, come se nulla fosse.
L’Italia deve ancora superare i postumi della II Guerra Mondiale. Sono passati più di settant’anni da quei fatti tragici ma sembra che per alcune persone si sia ancora in guerra. Non è normale che vi siano ancora persone che, per esempio, non vogliono che si riconosca il genocidio degli italiani di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia. Purtroppo, qui in Italia non c’è ancora una vera riconciliazione tra le parti. Sembra che la II Guerra Mondiale non sia finita. Questo non è bello, specie per le generazioni future.