“Per la Regione Lazio guidare dopo essersi fatto delle canne e aver superato i limiti previsti dalla recente legge sull’omicidio stradale è assolutamente regolare. Il decreto del commissario alla sanità Zingaretti n. U00288 infatti ha incidentalmente dimenticato di inserire la ricerca dei cannabinoidi tra le sostanze principali in tutti gli accertamenti e prelievi che i laboratori di Asl e ospedali sono tenuti a fare nei casi di guida in stato di ebbrezza o alterazione da assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope”. E’ quanto dichiara Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia.
“Con questo provvedimento – osserva Santori – non solo si anticipa la Proposta di Legge parlamentare concernente le norme per la legalizzazione della cannabis per la faziosità del presidente Zingaretti e della sua maggioranza, ma allo stesso tempo si inficia la corretta applicabilità della tanto attesa legge sull’omicidio stradale che risulta essere una minima consolazione e forma di giustizia verso quanti, in seguito a incidenti causati da chi si era messo alla guida ubriaco o dopo aver assunto stupefacenti, hanno perso un proprio caro o hanno riportato gravi lesioni”.
“In precedenza, poi, i protocolli delle Asl precedenti alla legge sulla legalizzazione della cannabis, contemplavano anche la ricerca di cannabinoidi tra le sostanze che avrebbero alterato lo stato di lucidità alla guida. Ad oggi, invece, questa misura è esclusa”.
“Nel ribadire la nostra più totale contrarietà alla legalizzazione delle droghe leggere, troviamo assurdo – conclude l’esponente Fdi – che se oggi qualcuno si ponesse alla guida di un veicolo dopo aver fumato decine di ‘canne’ potrebbe farla franca perché i centri predisposti non sono tenuti a ricercare cannabinoidi tra le sostanze psicotrope. Il tutto contro qualsiasi protocollo scientifico che sul tema impone dei controlli serrati e già standardizzati nel corso degli anni. Per questo, stiamo predisponendo un’interrogazione al presidente Zingaretti per capire se intende includere anche questi componenti tra quelli da ricercare negli organismi dei soggetti coinvolti in incidenti. E’ inaccettabile continuare a fare propaganda sulla pelle di chi ha perso un figlio o un parente in seguito a sinistri stradali”.
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