“La provincia di Salerno non è più terra per giovani, ma sembra non lo sia più nemmeno per gli anziani. Sono sempre di più gli “over 65″ che – ufficialmente o senza variazione all’ufficio anagrafe – emigrano in modo particolare dall’area Sud della provincia, ma anche da Salerno e dall’Agro nocerino, verso le regioni del Centro Nord-Italia e all’estero”. A lanciare l’allarme su questo “nuovo esodo” degli anziani, come scrive La Città di Salerno, è Franco Tavella , segretario regionale dello Spi-Cgil: “Da anni assistiamo al trasferimento in massa, nell’ordine di migliaia di persone e con aumento esponenziale, di anziani in altre regioni a seguito spesso dei figli. E’ in corso una vera e propria desertificazione non solo dei giovani ma generale di chi vive nelle aree interne della provincia, dove è difficile trovare assistenza sanitaria, un minimo di welfare e di supporto alle proprie necessità o di servizi. Non si tratta più solo del bancomat che non c’è più nel paese, ma di strutture sanitarie per l’assistenza ospedaliera e non che vengono meno in molti località interne del Salernitano, ma anche a un sistema razionale e sociale che va disperdendosi, costringendo gli anziani a seguire i figli per ricostituire un minimo di clima familiare”.
“E la provincia di Salerno, come un po’ tutte quelle del Mezzogiorno – scrive il quotidiano -, sta pagando l’emigrazione giovanile in altre regioni d’Italia dei figli negli anni 90 e nei primi del 2000 ed oggi: i giovani che cercavano allora lavoro, hanno oggi tra i 40 e 50 anni e i loro genitori sono ultrasessantacinquenni, spesso ammalati e soli, in aree disagiate, con difficoltà ad avere soprattutto assistenza e perfino una badante o chi possa prestare un minimo di cure quando non sono in buone condizioni fisiche”.