Eravamo abituati alle intemperanze verbali della Lega e ancora di più alla deprecabile linguistica dell’On. Borghezio. Ma oltre il verde padano c’è un pizzico di buon senso nelle membra di lor signori?
Queste le dichiarazioni rilasciate a KlausCondicio: "Fossi al posto del premier Monti venderei la Sicilia agli Usa o a qualche pool di miliardari russi o americani. E se per esempio, come sembrava che si potesse fare nell’immediato dopo guerra, gli Stati Uniti volessero aggiungere una stellina alla loro bandiera, allora molto volentieri la Sicilia, ma prima ancora la Campania, perché siamo di fronte a zone completamente improduttive. Sarebbe un po’ alleggerita quella palla al piede che finché siamo tutti insieme appesantisce il Nord". […] "Fossi in Monti metterei sul mercato anche Napoli e la Sardegna. Con quei soldi potremmo alleggerire il nostro debito che, tra l’altro, mica l’han fatto gli operai della Fiat o i piccoli imprenditori del Veneto o del Nord est. L’hanno fatto loro, con le loro pensioni facili di invalidità, con gli amici politici, con le loro mafie, il loro assalto alla diligenza, le loro finanziarie che ogni anno spolpavano un pò di più le casse dello Stato. E naturalmente Roma ladrona, che ha coperto tutto questo danneggiando la gente onesta del Sud. Soprattutto, chiudendo le speranze alle giovani generazioni del Sud".
Al di la dell’assurdità e della insensatezza della proposta quello che stupisce è la tempistica. Quando il Cavaliere era in sella si parlava di “giustizia ad orologeria” per la sistematica cadenza con cui ad ogni tornata elettorale un magistrato faceva partire una inchiesta, ma oggi, è lecito parlare di “deficienza ad orologeria”.
Un partito lacerato da variegate inchieste riguardanti il familismo, i contatti con la ‘ndrangheta, diplomi e lauree comprate in giro per il mondo, investimenti in Tanzania, tesorieri che distraggono milioni di euro a scopo personale e autisti che fanno da bancomat mobile, è opportuno mettere altra carne al fuoco? Insomma, è proprio il caso di dire che l’anti-terroni per eccellenza ha messo il dito nella piaga.
Il braciere della Lega che per vent’anni è stato riempito di anatemi ed eufemismi poco teneri nei confronti di Roma e del Sud ha finito per incendiare tutto il castello dorato e fa quasi tenerezza vedere i capisaldi del Carroccio intestarditi nel non ammainare le vele.
Da diversi lustri sentiamo parlare di poteri forti, lobby, associazioni, fondazioni, volti a pilotare il libero esercizio democratico della Repubblica. E allora che si agisca, oggi l’unica Lega pensabile è quella dei tassati. Se è vero che l’unione fa la forza, perché non si crea un connubio di forze politicamente eterogenee unite sotto l’abbraccio di un unico ideale? La “liberazione fiscale”. La Costituzione si ostina a chiamarci sovrani del nostro destino, della nostra Patria. Allora è giunto il momento che nel coro entri una nuova voce, quella della maggioranza silenziosa che lavora, produce, paga le tasse ed oggi si dà fuoco dinanzi alle sedi di Equitalia. Almeno così, con i rimborsi elettorali ci ripagheremo del maltolto fiscale.
Twitter @andrewlorusso
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