Che la Sea Watch, nave olandese adibita al trasporto di migranti, preparasse l’ennesima provocazione ai danni del governo italiano era logico e prevedibile dopo l’ultimo dissequestro.
Premesso che 10 giorni fa erano già stati subito sbarcati donne, minori e malati e che la nave è stata sempre rifornita di generi alimentari e di quanto necessario, sono istruttivi i video postati sulla rete con la giovane “capitana” tedesca in pareo e le sue “marinarette” in costume e prendisole, a contatto con la Guardia di Finanza in divisa che – su un mare liscio come l’olio – ostenta militi vestiti di tutto punto, giubbotto di salvataggio compreso.
Oltre a prendere atto dell’inglese zoppicante del capopattuglia, in realtà ci sarebbero altri video da vedere, per esempio quelli del momento del “salva migranti” pescati al largo da gommoni SENZA MOTORE. Visto che i gommoni non viaggiano in questo modo, è evidente che qualcuno li aveva trainati fino a lì e poi “per combinazione” ecco arrivare puntuale la Sea Watch delle marinarette per compiere il drammatico salvamento.
Non si gioca con la vita delle persone: quei poveracci in mare sono vittime di tratta e “salvarli” vuol dire anche perpetuare gli affari per gli scafisti (impuniti) evidentemente in contatto con la nave. Il resto è consueto spettacolo: l’Olanda che se ne frega e la Germania pure, con l’Europa tutta intera che guarda dall’altra parte. Perfino la Corte di Strasburgo questa volta ha dato ragione all’Italia e a quel razzista di Salvini “cattivo”.