"Aiutiamoli a casa loro". E’ il motivo che ha spinto, piu’ volte, Matteo Salvini ad annunciare pubblicamente una missione di quattro giorni in Nigeria. Il segretario della Lega Nord lo aveva promesso prima dell’estate, poi ribadito in pieno agosto, suscitando polemiche e qualche critica. Aveva fissato anche una data: partenza il 29 settembre 2015 da Milano. Tutto rimandato. Alla fine, Salvini in Nigeria non ci andra’. Almeno non domani.
Il segretario leghista, pero’, non ne ha colpa: la Nigeria, a sorpresa, gli ha negato il visto d’ingresso nel Paese. Lo ha spiegato lo stesso leader del Carroccio su Radio Padania: "Mi spiace perche’ ci avevo messo tempo, attenzione e passione ma se non mi mettono il timbrino…". Scoppia un caso, politico piu’ che diplomatico. Salvini, seppure con toni scherzosi e senza nominarlo, accusa Renzi di avergli messo i bastoni tra le ruote. "Non vorrei che qualcuno del governo italiano abbia detto di non farci partire…".
Il Pd ironizza. "Non conosciamo i motivi della decisione delle autorita’ nigeriane ma e’ comprensibile che non siano accoglienti con un personaggio come Matteo Salvini e la sua conclamata xenofobia. Detto cio’ spero che prima o poi possa andare e conoscere quella realta’", spiega il deputato Gero Grassi."Con la sua valigia pronta – aggiunge – ce lo immaginiamo come un piccolo colonialista del secolo scorso: sprezzante con i neri, pronto a sfruttarne le risorse". L’entourage di Salvini non commenta anche se lascia intendere che il leader della Lega provera’ nuovamente a fissare una missione in Africa. Il piu’ deluso e’ certamente Toni Iwobi, militante bergamasco di origine nigeriana e responsabile nella Lega del dipartimento per la sicurezza e l’immigrazione.(
Discussione su questo articolo