Marijuana, sì o no? Ci si continua a interrogare sugli effetti della “maria”, sempre più utilizzata da fumatori di tutto il mondo. Diversi studi, negli anni, hanno dimostrato da una parte che la cannabis in alcune circostanze può fare bene alla salute; dall’altra, se si esagera, si rischia di perdere il controllo e fare del male al proprio organismo. A quanto pare, come spesso accade, la virtù sta nel mezzo e anche per quanto riguarda la ganja la parole d’ordine sarebbe “moderazione”.
Lo studio più recente sulla marijuana ha creato non poche polemiche. Da tale ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica The American Journal of Medicine, si evince che fumare erba aiuta a restare in linea, controlla e riduce il livello di zuccheri nel sangue e dunque aiuta a combattere obesità e diabete. Inoltre, aumenta il colesterolo buono. E’ interessante notare che i fumatori abituali di cannabis sono sempre più magri dei non fumatori e hanno un girovita più piccolo, questo a parità di tutti gli altri fattori, dall’età all’attività sportiva. In un’epoca, come la nostra, in cui chiunque vuole apparire sano e in forma, uno studio di questo genere ha creato scompiglio da una parte, ma ha reso felici milioni di consumatori d’erba che così si sentono in qualche modo “giustificati” a farne uso. Ma attenzione: moderazione, come detto, deve essere sempre la parola d’ordine. Anche perché nella letteratura scientifica esistono studi contrastanti: a lungo andare, per esempio, l’uso di marijuana può causare una leggera perdita di memoria e capacità di ragionamento. Ma stiamo parlando, in questi casi, di anni di uso della sostanza, e di un vero e proprio abuso quotidiano.
Anche a proposito della relazione fra THC – sostanza contenuta nella marijuana – e tumori, ci sono diversi studi. Secondo i più recenti, il THC avrebbe un doppio effetto: da una parte favorirebbe i tumori attraverso l’aumento dei radicali liberi, ma dall’altra sarebbe in grado di proteggere contro i tumori giocando un ruolo benefico in un processo conosciuto come programmazione della morte cellulare.
Per finire, ci piace citare la ricerca – durata vent’anni – di un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Alabama di Birmingham. Lo studio ha coinvolto oltre 5mila soggetti tra i 18 e i 30 anni. I risultati dell’indagine dimostrano che fumare saltuariamente marijuana migliora la funzione polmonare e le capacità respiratorie, fino a un 20%. Inoltre, chi fuma marijuana di solito fuma molto meno tabacco, più dannoso per il corpo umano. Certo, un abuso di marijuana porterebbe a effetti simili causati dal tabacco. Ma i fumatori d’erba occasionali – quelli che, per intenderci, non superano uno spinello al giorno – possono ricavare benefici dal consumo di “maria”.
Ricordiamo, inoltre, che fumare erba in molti casi aumenta l’appetito, riduce l’ansia – non sempre, ci sono le eccezioni -, controlla il battito cardiaco, e “ripulisce il cervello”. Proprio così: ricerche svolte dalla Philosophical Transactions della Royal Society suggeriscono che il cervello mediante l’attivazione del sistema cannabinoide effettua una sorta di pulizie di primavera, in cui gli antiossidanti rimuovono le cellule danneggiate e aumentano l’efficienza dei mitocondri. L’attivazione dei recettori dei cannabinoidi, così, riduce l’infiammazione del cervello.
In alcuni Paesi del mondo, l’uso di marijuana è legale, anche a scopo ludico. In altri, è autorizzato solo a scopo terapeutico. In futuro, la cannabis dovrà essere studiata ancora più a fondo, perché il suo consumo potrebbe rivelare ancora tante altre sorprese.
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