«Permettere agli italiani all’estero e agli italo-discendenti di riscoprire le proprie origini, attraverso il cosiddetto “Turismo delle Radici”, rappresenta una grande opportunità per l’intero sistema paese che non possiamo permetterci di perdere. Per questa ragione è grave che la Ministra del Turismo, Daniela Garnero Santanchè, audita in Commissione sulle linee programmatiche del suo Dicastero, durante il suo intervento non abbia minimamente menzionato l’argomento, che interessa particolarmente gli italiani all’estero». È quanto afferma in una nota la senatrice del Partito Democratico, Francesca La Marca, eletta nella circoscrizione estero, ripartizione America Settentrionale e Centrale.
«Il “Turismo delle Radici” – chiarisce la Senatrice La Marca – si rivolge agli italiani residenti all’estero (5,8 milioni di persone) e agli italo-discendenti ovvero un bacino potenziale di 80 milioni di persone. Secondo dati, riferiti al 2018, e pubblicati dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), nella sola annualità 2018 sono stati 10 milioni i turisti inseriti dall’Agenzia Nazionale del Turismo (ENIT) nella categoria “Turista delle Radici”. Un turismo capace di generare un flusso economico, nel solo 2018, pari a circa 4 miliardi di euro (+7,5% rispetto all’anno precedente)».
«Alla Ministra Santanchè avrei voluto domandare in quale modo intenda coinvolgere le numerose comunità di italiani residenti all’estero nell’ambito di progetti riguardanti il “Turismo delle Radici” e quale sia il ruolo del suo ministero nell’ambito del progetto “Turismo delle Radici” gestito dal MAECI e parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Oggi in Commissione il tempo non è stato sufficiente, per questa ragione chiederò un incontro alla Ministra per parlare specificamente dell’argomento».
«Tornando all’importanza del “Turismo delle Radici” – sottolinea La Marca – occorre promuovere un turismo, certamente legato alle principali città e mete turistiche italiane, ma che possa e sappia svilupparsi anche nelle aree interne, nelle aree montane e nei piccoli, e colpevolmente dimenticati, borghi, che spesso costituiscono i veri luoghi di provenienza dei cittadini emigrati all’estero. Si tratta di promuovere un turismo lento, di media/ lunga durata, destagionalizzato ed ecosostenibile, che possa altresì stimolare l’occupazione, in particolare giovanile, mediante la formazione di operatori turistici specializzati nei “viaggi delle radici”».
«Tenendo conto – conclude la senatrice La Marca – delle numerose promesse fatte da questo governo agli italiani all’estero, mi stupisce che in Commissione la Ministra non abbia nemmeno accennato al “Turismo delle Radici”. Sono passate solo due settimane dalla presentazione del progetto, a cui la stessa era Ministra era presente. Spero dunque che si sia trattato di una semplice, seppur grave, dimenticanza».