La Commissione Esteri della Camera, in sede legislativa, ha varato a larghissima maggioranza, senza alcun voto contrario, la legge che istituisce la “Giornata nazionale degli italiani nel mondo”. La Camera, dunque, ha fatto il suo dovere verso gli italiani all’estero e mi auguro che il Senato, sia pure nel breve tempo che resta, faccia altrettanto in modo da raggiungere un riconoscimento atteso e giusto.
Questo atto è avvenuto in una data simbolica, il giorno del 110° anniversario di Monongah, il disastro minerario più grave della storia dell’emigrazione internazionale, nel quale perirono ufficialmente 171 italiani, di fatto molti di più perché non si è mai potuto accertare il numero preciso delle vittime.
Lo annuncio con emozione non solo perché una mia proposta di legge, dopo essere stata sottoscritta dalla maggioranza dei Deputati, è stata approvata con voto quasi unanime da un ramo del Parlamento, ma soprattutto perché gli italiani nel mondo sono stati considerati con il rispetto e l’onore che meritano. Per quanto hanno dato all’Italia in un secolo e mezzo di emigrazione e per quanto possono dare oggi e in futuro per sostenere un’attiva proiezione internazionale del Paese.
Nella dichiarazione di voto che per conto del PD ho avuto l’onore di consegnare in commissione, ho rimarcato che la “Giornata nazionale” si propone di richiamare, far conoscere e valorizzare le esperienze, le attività e il contributo apportato dai cittadini italiani all’estero nel campo della cultura e della diffusione della lingua italiana, della ricerca scientifica, delle attività imprenditoriali e professionali, del miglioramento dei rapporti multilaterali e della solidarietà internazionale.
La data del 31 gennaio, che ricorda la prima legge organica sull’emigrazione che l’Italia si è data, è stata scelta all’insegna della libertà e dei diritti dei migranti. Essa ci aiuta a comprendere come l’emigrazione italiana non appartenga solo ad un passato tanto difficile quanto nobile, ma costituisca un processo aperto e permanente, sia pure in forme di moderna mobilità e con protagonisti diversi.
La “Giornata nazionale”, dunque, se troverà in tempi celeri il consenso anche del Senato, servirà certamente a rivolgere a milioni di persone un pensiero di gratitudine e di apprezzamento per quanto hanno fatto, con il loro lavoro e con il loro sacrificio, per il miglioramento dell’Italia e dei Paesi nei quali hanno realizzato le loro prospettive di vita. Ma servirà anche ad accrescere la consapevolezza che l’Italia ha una grande leva nelle mani per favorire la proiezione del suo Sistema Paese nel mondo.
Ringrazio con convinzione i gruppi parlamentari che hanno approvato il disegno di legge, il mio gruppo, il PD, che lo ha fatto proprio, e con particolare gratitudine l’amico e relatore Marco Fedi, che con il suo impegno e la sua esperienza ha saputo pilotare il provvedimento fino al suo approdo.
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