A proposito delle critiche che l’On. Toni Ricciardi, deputato del PD attivo in Svizzera, muove in questi giorni all’azione del governo, per la mancata rivalutazione delle pensioni degli italiani all’estero, sembra a me che le contestazioni dell’On. Ricciardi, pur comprensibili in un esponente dell’opposizione, siano tuttavia ingenerose, perché non tengono conto del piano complessivo avviato con la legge di Bilancio per ridurre le tasse e aumentare il reddito di lavoratori e pensionati.
Per altro, la mancata rivalutazione delle pensioni è un tema reale e, per molti aspetti, lancinante. Tuttavia, esso riguarda, in primo luogo, i pensionati residenti nella Penisola, cui vengono concessi aumenti obiettivamente irrisori e, per estensione, i pensionati all’estero.
D’altra parte, i vincoli europei impongono al governo di seguire una via rigida e avara. Ciò è motivo di disappunto per tutti noi, indistintamente, ma bisogna ricordare che Bruxelles ha il fucile spianato e i mercati finanziari, all’occorrenza, sanno essere spietati.
L’On. Ricciardi si accanisce però coi partiti di governo, cui rinfaccia di ”punire i pensionati”. E i giovani, domandiamo noi, questi non vengono colpiti? Ma è questo, secondo noi, il vero punto debole dell’azione di governo.
Nel contesto, viene naturale domandarsi quali misure a sostegno dei pensionati abbiano adottato i governi di centro-sinistra negli anni e nei decenni passati.
Insomma, ben venga la critica, ma sarebbe auspicabile ascoltare anche l’autocritica.