L’opera più importante attualmente in corso di realizzazione in Italia ha una lunga storia, durante la quale, oltre alle difficoltà naturali, ha sofferto per le controversie e le indecisioni della politica.
Il Terzo Valico è un’opera strategica di estrema importanza per Genova, la Liguria e l’Italia, ed è destinata a migliorare grandemente l’efficienza e la produttività del nostro sistema industriale ed economico. Tuttavia la sua storia è stata travagliata e, a ben guardare, risulta poco lusinghiera per il nostro Paese, perché ne evidenzia le lentezze decisionali.
Della necessità di un migliore e più veloce collegamento ferroviario da Genova verso il Nord, si iniziò a parlare già negli anni ‘70 del secolo scorso. Si trattava di sostituire la vecchia linea ferroviaria costruita nel lontano 1853 (con varianti nel 1889, 1916, 1922) ancora oggi l’unica linea disponibile, la quale, a causa delle pendenze eccessive, i ridotti raggi di curvatura e i limiti di ingombro, risulta inadatta ai moderni treni di alta velocità e capacità.
La storia del Terzo Valico inizia nel 1991, quando la sua costruzione fu affidata al Consorzio Cociv. Successivamente, tra crisi aziendali e vicende giudiziarie, si dovette attendere il 1999, quando il Governo prese l’impegno della sua costruzione. Passarono poi altri quattro anni per l’approvazione del tracciato e per quella del progetto preliminare, e si dovettero attendere altri tre anni per il progetto definitivo, che fu approvato nel 2006.
Ci fu poi un nuovo “stop and go”, quando il non rimpianto ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro dichiarò che per l’opera non esistevano i fondi, e dopo di lui passarono altri sette anni, prima che i cantieri venissero finalmente aperti nel 2013 (dopo ben ventidue anni dalla creazione del Consorzio!).
Da quell’anno in poi, non mancarono altre pause, legate alle visioni e alle contrarietà del governante di turno, questa volta del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, il quale, per lavori che erano in corso, pretese una nuova e inutile analisi dei costi e benefici prima di dare “obtorto collo” il suo ok.
Per tutte queste ragioni, la data prevista di conclusione dell’opera continuò a spostarsi in avanti nel tempo. Anni fa era ancora prevista per il 2022, poi fu riprogrammata per il 2024, ed oggi viene promessa per la fine del 2026.
Dato il grande interesse e le aspettative delle imprese per l’entrata in servizio del nuovo tracciato, e considerando che al Terzo Valico si stanno destinando ingenti risorse pubbliche, europee e nazionali, i cittadini hanno tutto il diritto ad essere informati sull’andamento delle opere.
A questo fine occorre ricordare che la direzione dei lavori ha aperto da tempo un sito web (www.terzovalico.it) nel quale, molto lodevolmente, sono visualizzate alcune webcam che mostrano in diretta i lavori in vari punti del nuovo tracciato ferroviario. Tuttavia, da molti mesi, la maggioranza di queste webcam risulta scollegata o fuori servizio (chi scrive, in varie occasioni, ha segnalato la cosa agli indirizzi email indicati nel sito web).
Al momento, questa è la situazione delle webcam:
Webcam 3-4-5-6-8:
Fuori servizio o non raggiungibili.
Webcam 1-2-9:
Mostrano la stessa immagine dei lavori nella zona Ovest di Genova.
Webcam 7-7 (due webcam con la stessa numerazione):
La prima fa vedere un centinaio di metri in quella che sarà la linea Novi-Tortona, dove si sta solo sistemando la terra.
La seconda mostra un centinaio di metri della stessa tratta, nella quale si stanno costruendo i muri a U.
Per quanto visto negli ultimi mesi, la velocità con la quale avanzano qui i lavori è di circa dieci metri alla settimana. E poi ci saranno ancora da collocare la linea elettrica e i binari. La distanza Novi-Tortona è di 16 chilometri. Viene da domandarsi, procedendo di questo passo, quanto tempo occorrerà per terminare questa breve tratta.
E’ inoltre importante ricordare che i lavori di scavo delle lunghe gallerie, realizzati con due grandi frese TBM (talpe meccaniche), hanno sofferto nel 2022 un grave ed imprevisto problema, legato alla friabilità delle rocce, che ha causato il blocco delle talpe, le quali hanno dovuto essere sostituite con metodi di scavo tradizionali molto più lenti.
Nessuna informazione ufficiale è stata però divulgata al rispetto e quindi non si sa se e come il problema sia stato risolto, e resta quindi l’incertezza per la data di conclusione e di entrata in servizio della nuova linea.
Nel sito web segnalato, vengono pubblicate varie informazioni sui principali cantieri operativi aperti. Lo stato di avanzamento dei lavori (aggiornato a febbraio di quest’anno), in tre cantieri dedicati alla costruzione delle gallerie, viene così indicato: cantiere Vallemme 69%, cantiere Castagnola 79%, cantiere Cravasco 79%.
Se, dopo undici anni dall’inizio dei lavori, mancano ancora porzioni significative per arrivare al 100%, appare difficile che la data del 2026 possa essere confermata nella realtà.
Per concludere, ci sembra doveroso ed opportuno che i responsabili del General Contractor e il Commissario Straordinario Calogero Mauceri forniscano informazioni attualizzate sull’attuale situazione dei lavori e sulla previsione di conclusione e di entrata in servizio dell’opera.
Quando finalmente il primo treno, carico di autorità, tra bandiere, fanfare e inno nazionale, inaugurerà la nuova linea ferroviaria, immaginiamo che verranno dimenticate le polemiche, i ritardi e le lunghe attese. Da quel momento Genova, Milano e il Nord Italia saranno più vicini e se ne beneficeranno sicuramente i nostri figli e nipoti. Dispiace però che quel giorno arriverà un po’ tardi per noi.