Scriveva Jean Jacques Rousseau: “Se c’è in Europa una lingua adatta alla musica è certamente la lingua italiana; infatti questa lingua è dolce, sonora, armoniosa e accettata più di ogni altra”. Pensate che Mozart impara l’italiano da bambino e lo usa nelle sue lettere mescolandolo oltre al tedesco al francese e al latino.
Tra le parole italiane più usate in musica troviamo concerto, maestro, opera, sinfonia, andante, adagio, allegro. Ma anche molti strumenti musicali hanno nomi italiani. Il pianoforte, chiamato per un po’ fortepiano e poi anche piano, la viola, il violino o il violoncello.
Una curiosità: in un’opera Mozart utilizza una parola buffa italiana nel nome di un protagonista “Don Cacarella”. In giapponese allegro si dice areguro, in filnandese fuga diventa fuuga e in Egitto oggi al posto di partitura dicono bartituura. Come si vede, alcune parole dall’italiano in altre lingue subiscono delle mutazioni.
La parola italiana flautista diventa in azero fleytacakan, da fleyta flauto e calan, suonare. Pensate che in azero esistono 129 parole che derivano dall’italiano!
Ma l’italiano ha esportato nei secoli parole relative al cibo, diventando “maccheroni” anche uno sgradevole appellativo per gli emigranti italiani: macaronì.
Nel cibo abbiamo il ligure, pesto. Il lombardo-piemontese riso; bruschetta romana, il carpaccio creato nel 1963 dallo chef Giuseppe Cipriani in occasione di una mostra di pittura dedicata a Vittone Carpaccio ed infine l’internazionale pizza.
Ma anche molte parole internazionali della finanza e del commercio possono essere ricondotte all’italiano. Pensiamo al termiine banca e banco, riferite in origine al tavolo del cambiavalute italiano. In francese si dice banque, inglese bank, portoghese banco, rumeno banca, lituano bankas, ceco si dice banka. La stessa parola credito si dice uguale in portoghese, in tedesco kredit, turco kredi, polacco kredyt e di seguito anche le parole, bilancio, capitale, cassa e valuta. Ma anche la parola inglese manager deriva dall’italiano maneggiare.
Collegato al lemma maneggio maneggio relativo all’allevamento dei cavalli, questa parola nasce verso la metà del Cinquecento: il verbo inglese to manage e, dai primi del Settecento, il nome manager indica una persona che guida un’azienda. (…)
La parola design deriva dall’italiano disegno, schizzo si trasforma in sketch, oppure cartone che era l’abbozzo di un quadro che si trasforma nel cinematografico cartoon. Se pensiamo alle monete, il fiorino di Firenze e’ divenuto nel tempo sinonimo di moneta anche in altre lingue, in francese florin, in olandese florijn, ungherese florint, questo ancora in corso.
Per non parlare di prospettiva, architetto, artista, o termini tecnici come stucco, affresco, bassorilievo, sfumato, chiaroscuro. Con le repubbliche marinare si diffondo nelle altre lingue le parole darsena, panfilo, tramontana e corsaro. Corsaro perché chi aveva la lettera di corsa del suo sovrano poteva effettuare scorrerie nel mare. Per non parlare dell’attività dei capitani di ventura, si diffondono nelle altre lingue le parole militari di colonnello, caporale, sentinella e soldato. Come si vede l’italiano, la nostra lingua madre è una lingua viva! (Giorgio Cortese, giornalelavoce.it)