Non e’ riuscita a salvarsi dai vizi tipici della partitocrazia, ma sta dimostrando di volere affrontare il momento difficile con caparbieta’ e buona strategia difensiva. Dopo la bufera, si e’ mossa tempestivamente, raccogliendo le spinte purificatrici della base furente e facendo pulizia di quel cerchio magico che ha approfittato di un leader debilitato per assumere la gestione disinvolta dell’amministrazione a beneficio di pochi scaltri individui.
Certo, ci si sarebbe aspettati un mea culpa di tutta la dirigenza, e non il pubblico ludibrio per la più esposta, e la più intercettata, quella Rosy Mauro peraltro poco omologabile alla "razza" padana. Non ci e’ mai piaciuta l’abitudine farisaica del capro espiatorio e non ci piace il nuovo sinedrio dei sacerdoti del culto celtico.
Lo stesso Maroni che sente su di se’ le stimmate del messia, e si appresta a un rapido avvicendamento alla guida del Carroccio, per i maligni e’ troppo interventista e puzza un po’ di complottismo. Vedremo gli sviluppi.
Intanto, anche se la Lega e’ caduta, Radio Padania trova il modo di calmierare il prezzo della vergogna; Matteo Salvini e’ un gladiatore: risponde alla rabbia dei leghisti duri e puri con fermezza; ospite nei vari talk show televisivi, spiega indomito che il suo partito ci ha messo la faccia; ricorda che Belsito e Rosy Mauro sono stati espulsi, mentre tanti altri politici e amministratori sono ancora li’, seduti sulla loro bella poltrona.
Insomma, tutti cercano di far dimenticare e di ritrovare il consenso perduto, ma le amministrative sono troppo vicine al terremoto giudiziario e mediatico in corso e i giornali continueranno a riservare le prime pagine all’argomento, specialmente quelli più ostili.
La Lega continua ad essere il partito di riferimento per un territorio vasto e produttivo che ha a cuore la questione settentrionale, riesce a stare davvero fra le gente, nei mercati, nelle piazze, all’uscita delle scuole. Lega ladrona? Aspettiamo che la magistratura faccia il suo dovere. E comunque chi e’ senza peccato scagli pure la prima pietra. Ma quanti di quelli trovati con le mani nel sacco si sono dimessi?
Il caso Cosentino ha tenuto banco per settimane; il caso Lusi e’ ancora li’, con Rutelli che si arrampica sugli specchi. E Gianfranco Fini, con la casa di Montecarlo? E no, la Lega ci ha messo poco a levare di mezzo i nomi più scomodi. E il Senatur si e’ dimesso, il figlio pure, la catarsi e’ iniziata.
Chi pensa che il Carroccio sia finito forse esprime un desiderio più che una realtà. Ovviamente sull’onda emotiva il partito dei lumbard cala nei sondaggi, ma la Lega è stato e rimarrà l’unico partito che ha difeso il Nord. E con la filosofia leghista – le tasse al territorio e fine dello Stato padrone – potrebbero crescere anche tante altre regioni del Sud.
Il nostro Roberto Pepe più volte dalle pagine di ItaliaChiamaItalia ha invitato la Lega a guardare oltre il Po, e chissa’ che non possa diventare la mossa vincente per ritornare in corsa: ci pensi, il Carroccio.
ricky@italiachiamaitalia.com Twitter @rickyfilosa
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