Continua a volare alto la Lega nei sondaggi. Se si votasse oggi, il Carroccio con il 32% sarebbe la prima forza politica nel Paese: i mesi estivi hanno visto rafforzarsi ulteriormente il peso del partito di Salvini, cresciuto di quasi 15 punti dalle elezioni del 4 marzo.
Circa 2 punti separano la Lega dal Movimento 5 Stelle, posizionato al 30,2%: sono i dati che emergono dall’indagine condotta, per Otto e Mezzo, dall’Istituto Demopolis. Restano lontani, in estrema difficoltà, il Partito Democratico al 17% e, soprattutto, Forza Italia all’8,5%, che cede ampi segmenti di elettorato alla Lega.
Fratelli d’Italia è al 3%, LeU al 2,3%. Sotto il 2% le altre liste, con un’affluenza in lieve calo al 71%.
Dopo poco più di 100 giorni, il Barometro Politico Demopolis ha misurato la notorietà degli esponenti del Governo Conte: sono 8 i ministri conosciuti dalla maggioranza assoluta degli italiani. In testa i due vicepremier Matteo Salvini con il 96% e Luigi di Maio con il 95%; 3 su 4 indicano Danilo Toninelli.
Notorietà molto alta, intorno al 70%, anche per Giulia Bongiorno e per il ministro della Salute Giulia Grillo; il 66% ha sentito parlare di Giovanni Tria, il 63% di Alfonso Bonafede. 6 su 10 di Paolo Savona. Citazioni inferiori al 50% per gli altri componenti del Governo.
Accanto alla vicenda della nave Diciotti, l’evento che – nel corso dell’estate – ha colpito maggiormente l’opinione pubblica è stato il crollo del Ponte Morandi a Genova, che ha aperto un ampio dibattito, ancora in corso, sulle responsabilità.
Il 56% degli italiani ritiene che la società Autostrade per l’Italia non abbia effettuato la necessaria e dovuta manutenzione del Ponte; il 40% è invece convinto che lo Stato non abbia controllato a sufficienza la società cui era affidata la gestione. Soltanto per il 4% dei cittadini, intervistati da Demopolis, si è trattato di un evento non prevedibile.
L’opinione pubblica si divide anche sulle scelte in discussione nel dibattitto politico: il 53% vorrebbe che venisse revocata la concessione ad Autostrade per l’Italia per la tratta dell’A10 colpita dal crollo del Ponte Morandi; il 42% riterrebbe invece più efficace modificare il contratto, rafforzando il controllo pubblico sulla manutenzione della rete. Appena il 5% lascerebbe le cose inalterate.