Nella prima intervista concessa da quando ha vinto le elezioni presidenziali americane dell’8 novembre scorso, Donald Trump non si dice d’accordo con chi sostiene che la sua retorica durante la campagna elettorale si sia spinta troppo in là. “No. Ho vinto”, ha detto al Wall Street Journal, che ha intervistato il 45esimo presidente Usa dalla sua Trump Tower a New York.
Ora che la sfida dura e stancante con la rivale democratica Hillary Clinton è finita, Trump è pronto a sposare un approccio più ottimista: “Ora è diverso”. Forse anche alla luce delle proteste alimentate in parte del Paese dalla sua vittoria, Trump dice di volere “una nazione in cui ci si ama gli uni con gli altri. Ci tengo a sottolinearlo”.
Secondo il miliardario, il modo migliore per allentare le tensioni è “creare posti di lavoro” in Usa, anche attraverso i progetti infrastrutturali da lui citati nel discorso dell’Election Night e attraverso la potenziale imposizione di tariffe sui prodotti delle aziende Usa che si sono trasferite all’estero.
Trump ha evitato di rispondere alla domanda se intenda portare avanti la promessa fatta in campagna elettorale di nominare un procuratore speciale per indagare su Clinton e sul suo uso di un account di email privato mentre era segretario di Stato (uso per cui non è stata incriminata dall’Fbi): “Non è qualcosa a cui ho pensato molto perché voglio risolvere le questioni legate a sanità, occupazione, controllo dei confini e riforma tributaria”.
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