Cosa vedono i miei occhi? Vedono solo la punta dell’iceberg di quello che qualsiasi cittadino venezuelano vive ogni giorno per sopravvivere in un paese che sembra attraversato da una guerra invisibile, perpetrata contro innocenti disarmati e alla mercé di una realtà alquanto dolorosa. Il dolore degli altri è sempre vissuto lontano, come dentro ad una fiction, e duole solo a chi osserva con il cuore quello che in molti negano e nascondono. I governanti in prima persona controllano i poteri e praticamente decidono il futuro di tutti.
Quando dico tutti intendo la stragrande maggioranza che lavora onestamente e che soprattutto non ha un portafoglio infinito di bolivares. Ho visto persone entrare in farmacia e mettersi in ginocchio, chiedendo se c’era un medicamento e ho visto vedere negata la vendita ad altre perché essendo tardi e volendo pagare con un assegno la banca non poteva garantire al commerciante che l’assegno fosse coperto con fondi.
In Italia questo non accade mai, ma fa parte di questo modo in cui tutti si tutelano nella compera e vendita di qualsiasi genere. Tutto perché la giustizia è solo una parola senza vero significato.
Mi è capitato di vedere persone esibire vistose cicatrici ed implorare aiuto per comperare medicinali, ho visto bambini indigeni, scalzi; arrivati alla capitale con le loro mamme per chiedere qualche spicciolo in mezzo alle auto nel traffico cittadino, oppure nelle devastate autostrade. I loro visi e piccoli corpi unti e coperti come di un grasso oscuro, chiara evidenza dello stato di abbandono in cui sopravvivono.
Ieri mattina un anziano rovistava dentro alla spazzatura per cercare qualche avanzo di cibo ed un altro si portava alla bocca un pezzo di quello che restava di chissà che cosa.
Anni fa, prima di viaggiare verso il Venezuela, i regali che si portavano alla mia famiglia erano futili; oggi consistono sostanzialmente in medicinali salva vita. Capisco che è difficile credere tutto questo, ma ripeto, che è solo una piccola punta di quello che vivono i venezuelani. Le future madri vengono viste come delle incoscienti e per altri come delle eroine coraggiose, per accettare di dare alla luce nuovi bambini in questa vita, se si può chiamare così, che si vive in Venezuela.
Nancy BP da Caracas
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