Aprirà al pubblico il 25 marzo, presso la sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, la mostra “La grande visione italiana. Collezione Farnesina”, dopo la prima tappa di Singapore. L’esposizione organizzata dalla Direzione generale per la diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), è considerata un viaggio nella storia dell’arte italiana dal Novecento a oggi, e raccoglie oltre sessanta opere di grandi artisti – da Carla Accardi a Fortunato Depero, da Mimmo Jodice a Michelangelo Pistoletto. “L’arte contemporanea è uno strumento unico per comunicare l’Italia in un modo nuovo ed emozionante”, ha detto all’Ansa l’Ambasciatore italiano a Tokyo, Gianluigi Benedetti.
“Attraverso questa mostra, vogliamo approfondire lo scambio culturale tra Italia e Giappone e creare opportunità di cooperazione. Speriamo anche di ispirare giovani artisti e professionisti della cultura a esplorare nuove vie di creatività e innovazione”. La selezione delle opere è parte della straordinaria raccolta d’arte contemporanea del Maeci, oltre 600, attuata da una istituzione pubblica che dalla fine degli anni Novanta, su iniziativa dell’allora Segretario Generale Ambasciatore Umberto Vattani, ha con passione e tenacia costruito una collezione dinamica, testimonianza della ricchezza di un patrimonio culturale che vive anche negli spazi del palazzo del Ministero degli Esteri a Roma.
“Negli ultimi dieci anni oltre 13.000 studenti universitari, critici d’arte e ricercatori sono venuti al Ministero degli Esteri per studiare le opere. Dalla sua fondazione ad oggi abbiamo registrato oltre 40.000 visitatori. Prima si ricevevano esclusivamente le delegazioni straniere”, ha spiegato l’Ambasciatore Vattani, presidente della Fondazione Italia-Giappone. “Non sorprende che Google abbia inserito la Collezione sulla piattaforma online ‘Google Cultural Institute’: grazie ad essa il pubblico di tutto il mondo può visitare virtualmente il Palazzo della Farnesina”, ha aggiunto Vattani. All’inaugurazione al Museo Nazionale di Tokyo era presente anche il curatore Achille Bonito Oliva: “È interessante considerare che l’arte contemporanea diventa uno strumento per un dialogo col mondo di un ministero degli Affari Esteri. Ovvero che la diplomazia ha avuto la flessibilità di assumere un linguaggio inedito. Perché non è una collezione che tesaurizza l’arte contemporanea, ma è la capacità di assumere la flessibilità dell’arte contemporanea per dialogare con il mondo”.
Le opere saranno in visione a Tokyo fino al 7 maggio e successivamente la mostra si sposterà a Nuova Delhi e infine a Seoul, aprendo tra Ambasciate, Istituti Italiani di Cultura e importanti musei locali un dialogo volto a promuovere il meglio del panorama artistico italiano.