Si spopola la città sull’acqua e nell’acqua. Venezia è sempre meno dei veneziani. Si svuota dei suoi abitanti indigeni, se ne vanno dalla Laguna due abitanti e mezzo al giorno. Gli ultimi dati sono preoccupanti: a oggi sarebbero soltanto 55.075 i cittadini superstiti dello spopolamento. Venezia assiste al distacco dei veneziani. Il calo sembra non frenabile, sarà sempre peggio. Nel 2000 gli abitanti erano 66.386: la città ha perso mille abitanti all’anno.
Il minimo storico nel 2016, da gennaio 956 veneziani se ne sono andati. Un’irrefrenabile emorragia. Uno spopolamento graduale e per certi versi drammatico, cominciato dopo la grande alluvione del 1956. Da allora, i veneziani continuano a spostarsi sulla terra ferma. Dei 55.075, ormai 20.000 abitano al Lido. Il posto di Venezia che guarda il mare è diventato una seconda Mestre.
Perché i veneziani se ne vanno? Come spiegarla questa massiccia costante migrazione? Dicono: le case insalubri, l’umidità, la spesa da fare a piedi. Indicazioni non condivisibili, i supermercati sono ormai in quasi tutti i destrieri, le case possono essere restaurate. E Venezia si candidava a città a misura d’uomo, a misura dei passi dell’uomo, senza le auto. Venezia si ritrova invece disabitata e insieme sovraffollata. Abitata ogni giorno dalla marea di turisti proveniente in pullman dall’Est Europa. Arrivano al mattino e ripartano la sera. Mangiano un panino, bevono un’aranciata o una coca, una mignon di acqua minerale, e via. Prendono tutto dalla città e non le lasciano niente.
Venezia è diventata sempre più piccola e fragile, attraversata e infastidita dal passaggio delle grandi navi, i bastimenti grossi come città. Se ne contano dodici al giorno. E Venezia scade a giocattolo. Gli americani se ne vanno delusi: Las Vegas è meglio. Capito, gente?
Venezia, nel 1861, contava 128.786 residenti e il dato in crescita. Fino a raggiungere nel 1951 il massimo storico, oltre 167.000 abitanti. Poi, il calo progressivo, oggi connotabile come emorragia. Il progressivo svuotamento di Venezia a fronte della poderosa crescita del turismo. Ventidue milioni di arrivi all’anno. Certo, il turista vive un sogno a Venezia e ne rimane stregato. Ma poi? Diventa semplicemente un incubo per chi vuole mettere radici in città.
Significativi i contenuti della protesta dei cittadini. Striscioni in esposizione non solo al Ponte dei Sospiri. “Moto ondoso fuori controllo” e “Venezia è sacra, rispettate le sue pietre”. La manifestazione per rivendicare una città a “misura di residente e non città luna park”. Il calo di abitanti non si arresta neppure se si somma il numero degli abitanti delle isole. Si è passati da 8.466 abitanti a 83.398. Uno spopolamento non risolvibile in pochi mesi. L’amministrazione comunale ci prova: gli under 40 vengono attirati con bandi per case e prezzi privilegiati. Palese il tentativo di portare lavoro. “La soluzione giusta per aumentare la residenzialità”. Le strutture abusive sono l’altra faccia dello stesso problema. Il Comune promette rigidità estrema, saranno intensificati i controlli. La Guardia di finanza ha smascherato duecento strutture ricettive abusive. Laddove, in realtà, l’invasione turistica rappresenta un incubo per chi vorrebbe abitare a Venezia. Gli affitti sono altissimi e tutt’intorno si crea il vuoto.
Chiudono le botteghe di quartiere, sostituite da negozi di paccottiglia e squallidi souvenir. I palazzi patrizi si trasformano in hotel di lusso da un giorno all’altro. Restare a Venezia, per un veneziano, è diventata un’impresa difficile da realizzare. Una volontà non più praticabile. La popolazione anziana è in continuo aumento, 47 anni l’età media. L’allarmante problema ha molteplici facce. Uno dei problemi più grossi è rappresentato proprio dai veneziani. In gran numero hanno trasformato la città in acchiappa turisti, scegliendo di dare in fitto la propria abitazione. Fanno quattrini col canone, dopo essersi trasferiti in una nuova casa sulla terra ferma. Affitti spesso fuori legge, irregolari, della durata di un mese che poi diventano quattro. Un business selvaggio.
Hanno voglia di protestare le associazioni. Quelle degli striscioni e della richiesta di una città a misura di residente e non del turismo di massa. L’associazione Proveglia chiede con insistenza che l’omonima isola non sia ceduta ai privati. L’organizzazione Venessia denuncia da anni il calo degli abitanti. Inascoltata a lungo, adesso si premura di presentare i numeri dello sfollamento.
La fuga dei veneziani da Venezia. Ma i giovani? Le università Ca’ Foscari e Iuav traboccano di giovani frequentatori. Conseguita la laurea, i neo dottori imboccano praticamente in blocco il Ponte della Libertà e tornano nella terraferma. La fuga dei cervelli freschi di laurea trova origine e spiegazione negli affitti da capogiro degli uffici, che scoraggiano l’avvio di attività a Venezia. La conclusione acquisisce così i connotati del paradosso: gli uffici vengono convertiti in stanze da affittare. Chiudono i palazzi buoni. E la città diventa di conseguenza un luna park. I veneziani si rifiutano di viverci e fuggono, scappano letteralmente. Due e mezzo in media al giorno. Mollata dai veneziani, Venezia la bella lo è sempre meno. Se continua, rischiamo di ritrovarla bruttina. Una Laguna vuota.
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