La Raggi sbeffeggiata per aver ripreso la vecchia idea veltroniana di collegare le due periferie Casalotti e Battistini con una funivia. Eppure a Berlino una funivia cittadina esiste, e pure a Londra, la funivia sorvola il Tamigi e collega Greenwich Peninsula col molo Royal Victoria trasportando nei due sensi 2.500 passeggeri l’ora.
Georg Gufler, amministratore delegato di Doppelmayr Italia, dice che gli impianti a fune realizzati in sei continenti sono finora 15 mila e tra questi ce n’è anche uno italiano, a Venezia, connessione tra il Tronchetti e piazzale Roma.
A El Alto, in Bolivia, ci volevano due ore di viaggio in pullman per arrivare a La Paz. Il tragitto era rumoroso, affollato e scomodo, con bus costretti a percorrere i tornanti pieni di traffico che collegano le due città. Poi è arrivata Mi Teléferico, una funivia di Doppelmayr che ha dimezzato i tempi del viaggio e da allora milioni di pendolari si muovono in funivia.
Fin dagli anni cinquanta Chiatura, una città georgiana sede di attività mineraria e dotata d’impressionanti strapiombi e profonde vallate, è servita da una rete di funivie. Algeri e altre città algerine hanno usato teleferiche come mezzi di trasporto pubblico almeno dal 1956. E New York ha inaugurato la funivia da Manhattan a Roosevelt Island nel 1976.
Sul problema delle cabine che passano vicino alle case e permettono ai passeggeri di sbirciare nelle camere da letto «abbiamo pensato», dice Gufler «a cabine che si oscurano in automatico quando passano vicino alle case così la privacy è salva» [Alfano, Il Giornale], da Anteprima.