“Cercare l’indirizzo della felicità è inutile. Cambia domicilio in continuazione” (Dino Basili)
“Ho commesso il peggior peccato che un uomo possa commettere: non sono stato felice” (Jorge Luis Borges)
“Il segreto della felicità non è di far sempre ciò che si vuole, ma di voler sempre ciò che si fa” (Lev Tolstoj)
“Non esistono grandi scoperte né reale progresso finché sulla terra esiste un bambino infelice” (Albert Einstein)
“La felicità: un bel conto in banca, un bravo cuoco e una buona digestione” (Jean Jacques Rousseau)
CANZONETTE
Quand’è da solo Francesco Guccini canta «motivetti assurdi della mia infanzia: Il tamburino del reggimento, Il re di Portogallo non sa ballar la samba, Fiorin Fiorello l’amore è bello…» [Mario Luzzatto Fegiz, Corriere della sera].
FILOSOFIA
Filosofia, una parola abusata e controversa, per me è il desiderio (anche folle) di sapere. Comunque faremmo bene a occuparci un po’ di più di filosofia, anziché riempire la nostra vita ascoltando parole e chiacchiere prive di senso e di utilità intellettuale. La professoressa (di filosofia, naturalmente) Caterina Bonaiuti mi propone di scriverne. Con piacere…
LA FILOSOFIA DI VITA…
Filosofia? La mia prima osservazione è che si tratta di una parola abusata: ormai qualsiasi sciocchino si compiace di dire “la mia filosofia di vita”, perfino gli allenatori di calcio dicono, orgogliosamente, “la mia filosofia di gioco”! Dunque è una parola che piace: colta, generica, aristocratica e per di più si presta a qualsiasi argomentazione. Ma di cosa parliamo, più precisamente?
LE ORIGINI DELLA FILOSOFIA
Il 21 novembre è stata celebrata addirittura la giornata mondiale della filosofia e perciò mi sono documentato consultando un bel libro di Giorgio Colli, pubblicato da Adelphi (“Le origini della filosofia”). La nascita è misteriosa: culture orientali, pensiero egiziano, indiano?
Comunemente si parla dei greci, Talete e Anassimandro. Poi: Platone chiama “filosofia” l’amore della sapienza, la propria ricerca, la propria attività educativa, legata a un’espressione scritta, alla forma letteraria del dialogo. E guarda con venerazione al passato, a un mondo in cui erano esistiti davvero i “sapienti”. La filosofia posteriore, la nostra filosofia, non è altro che una continuazione, uno sviluppo della forma letteraria introdotta da Platone…
LA FOLLIA È PREZIOSA
Sapiente è chi getta luce nell’oscurità, chi scioglie i nodi, chi manifesta l’ignoto, chi precisa l’incerto… Da Platone a Nietzsche, non esclusa una riflessione, per me fondamentale, che la follia è la matrice della sapienza: anzi di più, senza follia non c’è fantasia, intuizione, progresso. Che ne dicono i lettori?