“Quel che la favola ha inventato, la storia qualche volta lo riproduce”. (Victor Hugo)
“Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio”. (Albert Camus)
“Le favole sono la cosa più importante della nostra vita. E anche da grandi si scrive favole”. (Roberto Benigni)
“Il calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce”. (Osvaldo Soriano)
LE IMPRESE DI ROMA E JUVENTUS
Diciamolo: finché ci saranno certi risultati inattesi ed emozionanti, la vera favola – credibile – dei nostri tempi è quella che ci propone il calcio. Altro che Babbo Natale e la Befana, Cappuccetto Rosso o Biancaneve!… Mi riferisco all’incredibile impresa della Roma, che ha buttato fuori il Barcellona, 3-0, rimontando il 4-1 della precedente e sfortunata partita. E anche alla favola – purtroppo con un triste finale – della Juventus, che partiva da 0-3 e ha strapazzato il Real Madrid, ma è stata beffata all’ultimo istante da un rigore, per una contestatissima decisione arbitrale.
LA FAVOLA DEL 1982…
Ogni grande favola propone momenti (ed “eroi”) suggestivi. Qualcuno si aspettava che avremmo vinto il campionato del mondo nel 1982? Ma poi riuscimmo a prevalere niente meno che su Argentina e Brasile, il cittì Enzo Bearzot diede fiducia con ostinazione a Paolo Rossi e Pablito lo ripagò portandoci al titolo. Ancor oggi ci esaltiamo per l’urlo leggendario di Marco Tardelli!
E LA FAVOLA DEL 2006…
E qualcuno pensava che avremmo vinto il campionato del mondo del 2006? Sembravamo stremati dallo scandalo di inciuci corruttivi. Poi Fabio Cannavaro non fece toccar palla a qualsiasi attaccante avversario, Marco Materazzi provocò e liquidò Zinedine Zidane e alla fine vincemmo noi.
LA MITICA VITTORIA ROMANISTA
Quanto alla Roma, davvero Magica, gli aspetti indimenticabili della favola sono tre. Primo, il grande giornale spagnolo che al momento del sorteggio titolò: “La Roma è un BonBon per il Real”. Sì, però un dolcetto avvelenato. Che figura! Due: a firmare due dei tre gol decisivi sono stati Daniel De Rossi e Kostas Manolas, gli sfortunati autori dei due autogol che avevano regalato al Real Madrid un vantaggio in apparenza incolmabile. Che riscossa, che rivincita! Terzo: Edin Dzeko, che aveva rifiutato il trasferimento al Chelsea (“I soldi non sono la cosa più importante”), è stato l’artefice straordinario della Remuntada.
L’INDIMENTICABILE SERATA DELLA JUVENTUS
La Juve e i suoi tifosi non riusciranno a cancellare la grande partita di mercoledì sera, in cui i bianconeri stavano prendendo a pallonate il Real Madrid sul suo campo e l’arbitro, fischiando un rigore contro, ha negato alla squadra italiana perfino la possibilità di giocarsi la qualificazione nei tempi supplementari.
Anche in questa favola amara i protagonisti sono tre. Il “cattivo”, l’arbitro inglese: quel rigore c’era o non c’era? Il bravo: il centravanti Mandzukic che con due magnifici gol aveva aperto il cuore alla speranza. E Buffon, il buono, ma ribelle, che si è fatto espellere, insultando a sangue l’arbitro (“incapace, vada in tribuna a mangiare patatine”, “al posto del cuore ha un bidone di spazzatura…”). A Buffon dedicherò una prossima puntata: con tutto il bene che merita e che gli vogliamo, bisogna però dire – con chiarezza – che ha sbagliato, e spiegare perché.
E ORA? Il CALCIO CONTINUA
E ora? Le favole piacciono. Sognare si può, anzi si deve. La Juve sognava il triplete, non ce la farà: il sogno europeo è finito, ma “può” regalare ai suoi tifosi il settimo scudetto consecutivo e anche la Coppa Italia. Dopo la prodezza con il Barcellona la Roma – in semifinale – “deve” credere nella finale e, perché no, nella conquista della Coppa. La favola continua.