La famiglia di Fabio Campagnola, l’italiano ucciso in Brasile, chiede giustizia. Parla la sorella Cinzia: “Vogliamo sia fatta giustizia. Che non dimentichino che hanno ammazzato mio fratello. Se lo merita”. La stessa cosa vale anche per il fratello Nicola e mamma Laura. Tutta la famiglia attende, sperando arrivino il prima possibile, notizie sull’arresto dell’assassino del 52enne.
A Fabio hanno sparato a bruciapelo e l’hanno ammazzato così. “L’ex poliziotto abita nella pousada, proprio sopra la gelateria, infatti si conoscevano. Le tensioni sul carretto per vendere i churros c’erano già da lunedì: soprattutto la moglie continuava a discutere. Ieri gli animi si erano un po’ surriscaldati. Fabio ha cacciato l’ex poliziotto fuori, ma quest’ultimo voleva uccidere. E lo ha fatto a sangue freddo e a distanza ravvicinata”.
Una dinamica immortalata in un video in rete e che, purtroppo, ritrasmessa dalle televisioni italiane, ha gettato nello strazio più profondo mamma Laura. Nelle immagini, infatti, oltre al figlio morente a terra, ha riconosciuto il nipotino Diego di 10 anni mentre scappava.
La famiglia riferisce di essere in contatto con la Farnesina, a sua volta in contatto con l’ambasciata in Brasile.
Cinzia prosegue: “Voglio che Fabio sia ricordato come il ‘Super Campa’, così come lo conoscevano tutti. Ha giocato in diverse squadre di calcio della provincia di Alessandria e della vicina Lomellina e in paese era amico di tutti. Oggi in tabaccheria, quando sono entrata e non tutti mi hanno riconosciuto non si parlava di altro: ‘Avete sentito? Il Campa, gli hanno sparato'”.
Da giovane, ai familiari, ripeteva spesso: “Quando me ne andrò, tutti si ricorderanno di me”. Da 12 anni in Brasile, il casalese 52enne aveva scelto proprio con la sorella e il fratello Nicola il nome per la gelateria: ‘Il Meneghino’. “Non aveva nessun significato specifico, a Fabio piaceva anche come suono. E proprio in quella gelateria è finito tutto, adesso che tutto andava bene”.