Mi dispiace ammetterlo, ma a Ballarò del 31 gennaio, l’unico partecipante che ha parlato sensatamente di “vera” economia è stato un francese, l’economista Jean-Paul Fitoussi. Quando i nostri politici, da Alemanno a Letta ed altri dei vari schieramenti, ora inciuciati e coinvolti nell’avventura montiana, hanno avanzato banalità populiste per risolvere la crisi, invitando l’Italia e l’Europa a risparmiare, a contenere i prezzi ed a vendere, per esempio, le strutture non più utilizzate come le vecchie caserme, per far cassa, ha prospettato un esempio banalissimo, terra, terra: se io non ho più soldi, ma possiedo un palazzo e decido di venderlo per realizzare e mettere da parte i soldi, sarò più ricco dopo la vendita o lo ero prima? Se tutti: le banche, gli imprenditori e i cittadini bloccano le spese e non comprano più per risparmiare, l’economia in un prossimo futuro marcerà meglio o peggio? Insomma se nessuno investe, compra, spende anche per il superfluo, permettendo di far girare i soldi con i famosi “buffi” – mutui o prestiti –, come si potrà attivare realisticamente il mondo del lavoro?
Attenzione, perché qui si corre un grave rischio di svendere a due lire immensi patrimoni immobiliari dello Stato che, una volta riadattati varranno delle immense fortune! Attenzione ai falchetti politicanti ed amici di politicanti in attesa di svendere, acquistare e rivendere, intascando in poche ore capitali immensi… Domanda stupida: ma perché non è lo Stato ad attivare migliorie a quelle strutture e tramutarle in nobili residenze di rappresentanza e di prestigio? Persino la Regina Elisabetta ha messo a disposizione i propri Palazzi reali per importanti personaggi come emiri e pascià, disposti a pagare cifre impressionanti, pur di dormire nei letti reali; e noi, che godiamo della più grande risorsa cultural-turistica mondiale vogliamo svenderla a quattro soldi a qualche magnate cinese o russo. Ma se fosse per me (paradossalmente, è ovvio) affitterei il Campidoglio con il Colosseo agli americani, organizzando spettacoli con i leoni portati da Darix Togni, vestito da gladiatore! Non sarà certo la sola lotta all’evasione, la liberalizzazione dei taxi, il pane fresco la domenica o la riduzione-farsa degli “onorevoli stipendi” a risolvere la crisi. Se il Ministero della Difesa non ha i soldi per pagare i carri armati, reclutasse un po’ di naia e tramutasse le Caserme in Ostelli dai ritmi militareschi per il fitness! Bisogna tramutare lo Stato-burocratico in Stato-imprenditore. Questa è imprenditoria, altro che “dismissione”: quest’ultima parola in uno Stato liberale è una colossale bestemmia.
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